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Le esportazioni cinesi esibiscono il calo più significativo dalla pandemia; l’inflazione statunitense aumenta

  • 14 Agosto 2023 (3 min di lettura)

Fatti salienti

A luglio le esportazioni cinesi hanno subito il maggiore declino dall’inizio della pandemia di COVID-19, sotto il peso di una domanda più debole. Le esportazioni della seconda economia mondiale sono scese del 14,5%, più del 12,5% anticipato e del 12,4% di giugno. La Cina è inoltre scivolata in deflazione, con l’indice dei prezzi al consumo (IPC) in discesa dello 0,3% su base annua, il primo dato negativo da febbraio 2021. In questo contesto economico più fragile, potrebbero essere invocati ulteriori stimoli governativi. Altrove, il presidente Joe Biden ha firmato un’ordinanza che vieta nuovi investimenti statunitensi in aziende tecnologiche cinesi, in settori chiave quali i semiconduttori e l’intelligenza artificiale, adducendo come motivazione i rischi per la sicurezza nazionale.

 

Notizie dal mondo

A luglio l’inflazione statunitense è aumentata per la prima volta in 13 mesi, a causa principalmente dei contenuti effetti di base ascrivibili ai dati depressi di luglio 2022. L’IPC è salito del 3,2% su base annua, in ascesa dal 3,0% di giugno, rivelandosi tuttavia al di sotto delle previsioni (3,3%) e di molto inferiore al picco di giugno 2022 (9,1%). L’inflazione core, dalla quale sono esclusi i prezzi più volatili di generi alimentari ed energia, è diminuita dal 4,8% al 4,7%, il che potrebbe indurre la Federal Reserve (Fed) a non innalzare i tassi d’interesse alla prossima riunione. In linea con le attese, lo scorso mese la Fed aveva deciso all’unanimità un rialzo dei tassi di 25 punti base in un intervallo compreso tra 5,25% e 5,50%, un massimo dal 2001.

 

Il numero sotto i riflettori: 3,4%

Secondo un’indagine condotta a giugno dalla Banca centrale europea (BCE), i consumatori dell’eurozona prevedono che nei prossimi 12 mesi l’inflazione scenderà a circa il 3,4%, in calo dal 3,9% anticipato a maggio e meno del tasso stimato di luglio pari al 5,3%, ma ancora di gran lunga superiore all’obiettivo del 2% fissato dalla BCE. Anche il sentiment sulle più ampie prospettive economiche è risultato lievemente meno pessimistico: le aspettative di crescita per i prossimi 12 mesi sono apparse a -0,6% rispetto al -0,7% del mese precedente. Nel tentativo di frenare l’inflazione, la BCE ha proceduto a nove rialzi consecutivi, portando il principale tasso di deposito al 3,75%, il valore più alto degli ultimi 23 anni.

 

La parola della settimana: Dichiarazione di Belém

Un patto tra otto Paesi sudamericani per affrontare la deforestazione e promuovere uno sviluppo più sostenibile della foresta amazzonica. L’accordo include piani per prevenire l’estrazione mineraria illegale e collaborare contro i crimini ambientali, oltre a garantire il benessere delle popolazioni dell’Amazzonia, contrastando ad esempio la povertà e le disuguaglianze. Tuttavia, i firmatari non sono riusciti a trovare un’intesa su un obiettivo comune per porre fine alla deforestazione entro il 2030. Nell’ambito dell’accordo distinto United for Our Forests (Uniti per le nostre foreste), 12 nazioni con vaste foreste pluviali hanno chiesto ai Paesi sviluppati di aiutare le economie più povere a finanziare la lotta al cambiamento climatico e la protezione degli ecosistemi globali.

 

Prossimamente

Martedì è attesa la stima preliminare sulla crescita del PIL giapponese per il secondo trimestre (T2). Il Regno Unito annuncerà martedì il tasso di disoccupazione per il mese di giugno, mentre il Canada comunicherà i più recenti dati sull’inflazione, cui seguiranno mercoledì gli omologhi britannici. Mercoledì giungerà la seconda stima sull’espansione del PIL per il T2 nell’eurozona e la Fed pubblicherà il verbale dell’ultima riunione di politica monetaria. Il Giappone svelerà le statistiche sulle esportazioni giovedì e quelle sull’inflazione venerdì. Sempre venerdì sarà comunicata la stima definitiva sul tasso d’inflazione di luglio per l’eurozona.

 

Ulteriori approfondimenti e considerazioni sono disponibili sul sito di AXA IM Investment Institute

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