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Azionario europeo: tanta volatilità, ma una gestione attiva può aiutare a cavalcarla

Introduzione

I mercati azionari europei hanno sperimentato volatilità particolarmente elevata durante il mese di aprile, come conseguenza degli annunci sui dazi statunitensi. Dopo un inizio in forte calo, le piazze finanziarie hanno trovato sostegno nelle trimestrali. Una gestione attiva consente di navigare l’incertezza.

I mercati europei hanno registrato un forte calo per i primi dieci giorni di aprile, prima di rimbalzare altrettanto violentemente. Il 2 aprile, “Liberation day”, è stato caratterizzato dall'annuncio di Donald Trump di tariffe particolarmente elevate, tra cui il 145% sulle importazioni cinesi e una tariffa universale del 10% sulle importazioni dal resto del mondo. L’annuncio ha superato ogni aspettativa e quindi i mercati sono crollati sotto i timori di recessione, costringendo il Presidente degli Stati Uniti a introdurre una pausa di 90 giorni solo pochi giorni dopo il Liberation day. Questo ha innescato un rimbalzo dell’azionario. 


Le trimestrali sostengono il rimbalzo

Poi sono arrivati i primi risultati trimestrali che, essendo piuttosto buoni, hanno sostenuto la ripresa.

Nel corso del mese, il DJ Eurostoxx dividendi reinvestiti è avanzato dello 0,31%. Per quanto riguarda i settori, la maggior parte dei difensivi ha chiuso in territorio positivo (immobiliare, utilities, beni di consumo, etc.), con la notevole eccezione del settore sanitario, che è ancora in attesa di conoscere le tariffe speciali che saranno concesse sui prodotti farmaceutici. Il settore più debole è stato quello dell'energia, che ha risentito della crescente incertezza a livello macroeconomico e quindi sulla futura domanda di combustibili fossili, nonché della decisione dell'Arabia Saudita di aumentare la propria offerta al mercato.

La maggior parte dei risultati trimestrali pubblicati finora dai gruppi europei sono stati superiori alle aspettative del consenso, favoriti dagli acquisti anticipati in vista dell'applicazione di dazi doganali più elevati. Comunque sia, il mercato sta rivedendo al ribasso le stime degli utili per l'anno in corso, in parte a causa del forte deprezzamento del dollaro americano nel primo trimestre, che probabilmente penalizzerà i gruppi esportatori, e in parte per l'aumento delle probabilità di inizio di una recessione economica negli Stati Uniti.

Se è vero che i mercati reagiscono violentemente alle notizie negative, è altrettanto vero che sono pronti a sperare in una veloce risoluzione dei problemi e a riprendersi rapidamente. Rimaniamo fedeli alla nostra strategia d'investimento, concentrandoci su società che combinano la capacità di adeguare i prezzi, la visibilità e le prospettive di crescita attraverso l'esposizione a temi di lungo termine e una solida struttura finanziaria.


Bene i settori difensivi a Piazza Affari

A Piazza Affari il FTSE Italia All-share è sceso dello 0,27%, mentre l'indice FTSE Italia STAR ha chiuso il mese in territorio positivo. La maggior parte dei settori difensivi ha chiuso in positivo (beni di consumo, servizi di comunicazione, servizi di pubblica utilità), ma i titoli energetici sono stati il principale freno alla performance dell'indice, che similmente alle altre piazze finanziarie europee, ha risentito della crescente incertezza macroeconomica.

La selezione di titoli come Banco BPM, Telecom Italia, Terna, Diasorin, Campari, Mediobanca, Ferrari, Enel, ERG e Antares, tutti saliti di oltre il 2%, ci ha consentito di mettere a segno un leggero guadagno, in particolare grazie al sovrappeso di Banco BPM, che ha sovraperformato Unicredit. Continuiamo a ritenere che, in un settore bancario in via di consolidamento, sia preferibile diversificare la propria esposizione.


Gestori attivi in un contesto d’incertezza

Ci aspettavamo un aumento della volatilità a causa della persistente incertezza sui dazi, e infatti questo si è puntualmente verificato (LINK commento di marzo). In un simile contesto, un gestore attivo ha due possibilità. La prima é di fare trading su ogni singola notizia e provare ad anticipare i possibili movimenti di mercato. Questo si combina difficilmente con un approccio fondamentale che punta ad individuare le forze delle società sul medio-lungo periodo. Non é impossibile, ma é molto più aleatorio e difficile se si vuole avere un portafoglio diversificato.

La seconda, che riteniamo più sostenibile, é di provare a non prestare attenzione ai rumours di breve periodo, puntando su trend e dinamiche più strutturali. Anche se non possiamo totalmente evitare la volatilità di breve, possiamo almeno sfruttarla per aggiustare i nostri pesi in portafoglio, aumentandoli quando i prezzi ci sembrano troppo bassi e limandoli quando ci sono dei rialzi eccessivi. Proprio come quando si guida un’automobile sotto la pioggia, aumentando le distanze di sicurezza e riducendo la velocità, di fronte ad una tale imprevedibilità dobbiamo limitare gli investimenti più rischiosi e puntare un po’ di più sulle società con una buona visibilità sugli utili. 

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