Come si calcola l’inflazione futura (e perché le stime possono sbagliare)

  • 08 Maggio 2023 (3 min di lettura)

Quanti tipi di inflazione vengono monitorati? Perché le previsioni sul carovita sono così variabili e imprecise? Qual è l’approccio giusto per conoscere l’andamento futuro dei prezzi? Cinque domande e risposte da conoscere in un periodo di elevata inflazione.

 

1. Quanti tipi di inflazione vengono monitorati?

Moltissimi. La Federal Reserve di Atlanta ha persino creato una tabella aggiornata in tempo reale con i vari indicatori del carovita monitorati.

In linea di massima, i tipi di inflazione più importanti da misurare sono:

- la headline, ovvero l’inflazione complessiva rilevata in un paniere (che per l’Italia è quello Istat, aggiornato ogni anno);

- la core, che viene calcolata senza tenere conto dei beni più volatili, come i generi alimentari e l’energia;

- la underlyng, legata alla core, che cerca di misurare le pressioni inflazionistiche legate alle forze di mercato, ovvero le oscillazioni dei prezzi che riflettono il rapporto tra domanda e offerta.

 

2. Come si calcolano le aspettative di inflazione, quindi l’inflazione futura?

Ci sono tre metodi principali:

a) il monitoraggio dei prezzi di mercato, rilevati attraverso strumenti finanziari derivati (swap) o semplicemente verificando la differenza di tassi tra un’obbligazione indicizzata all’inflazione e una normale, entrambe con la stessa scadenza (di solito a tre anni, ma la Bce guarda anche ai cinque anni). C’è anche un mercato delle opzioni che cerca di prevedere l’inflazione ma non è molto liquido. Gli strumenti di mercato sono molto correlati al prezzo del petrolio o dell’energia, cioè alle componenti del costo della vita con le oscillazioni più marcate;

b) le stime degli economisti, dalle banche d’affari ai fondi d’investimento ai consensus (che raggruppano le diverse previsioni e ne elaborano una media);

c) i sondaggi al pubblico. Di solito vengono effettuati dalle banche centrali: ci sono per esempio quelli della Bce sull’inflazione percepita, quelli delle varie Federal Reserve ma anche quelli dell’Università del Michigan. Vengono condotti sia su imprese che consumatori, con risultati spesso differenti.

 

3. Questi metodi per prevedere l’inflazione sono efficaci?

Purtroppo no, soprattutto nel breve termine. «Le aspettative di lungo termine, intorno ai cinque anni, sono sempre in linea con i target delle banche centrali - spiega Alessandro Tentori, Chief Investment Officer di AXA IM Italia - perché è logico che queste ultime gestiscano la politica monetaria per raggiungere i loro obiettivi (ad esempio manovrando sui tassi d’interesse). Invece sul breve termine gli errori di previsione possono essere enormi. Un esempio? Nel marzo del 2021 la Bce stimava per l’Eurozona nel 2022 un’inflazione all’1,2%, poi nella realtà è arrivata all’8,4%».

 

4. Perché questi clamorosi errori?

Per due motivi principali. «In primo luogo, le banche centrali usano modelli che si basano sul lato della domanda, senza considerare fattori importanti come strozzature logistiche, colli di bottiglia tipo quelli legati alla pandemia, riaperture e così via - sottolinea Tentori - . C’è poi la natura “appiccicosa” dell’inflazione, che quando è in circolo è difficile da soffocare, per esempio perché innesca una corsa tra prezzi e salari. Questo elemento sticky, “appiccicoso”, porta a sua volta a errori di valutazione sul futuro andamento dei prezzi».

 

5. Ci sono insomma mille criteri diversi per misurare l’inflazione attesa. Qual è quello giusto?

«Non esiste un unico approccio giusto per misurare l’inflazione futura - chiarisce l’economista di AXA IM - . Gli stessi sondaggi presentano variazioni notevoli: le imprese, infatti, valutano il carovita in modo molto diverso rispetto ai consumatori. Anche le differenze tra i panieri di beni scelti da chi conduce i vari sondaggi producono risultati ben diversi, a seconda che contengano in prevalenza beni per classi agiate o per quelle più popolari». L’andamento dei prezzi di auto sportive e borsette di lusso non di rado è ben diverso da quello di pane e pasta, rendendo “strabiche” le previsioni sul carovita futuro.

 

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Fonte: Bloomberg, aprile 2023

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