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L'OCSE rivede al rialzo le previsioni di crescita globale per il 2022, i verbali della Fed confermano che i rialzi potrebbero rallentare

  • 28 Novembre 2022 (5 min di lettura)

Fatti salienti

Secondo l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), il prossimo anno l'economia mondiale subirà un "significativo rallentamento della crescita", ma dovrebbe evitare una recessione globale. L’Ocse ha rivisto al rialzo le stime di crescita del PIL mondiale, portandole al 3,1% quest'anno rispetto al 3% previsto a settembre, ma ha confermato un probabile rallentamento al 2,2% per il prossimo anno, prima di risalire al 2,7% nel 2024. Secondo le previsioni, l'Asia sarà il "principale motore della crescita", mentre l'Europa sarà la più colpita dal rallentamento dell'economia mondiale, con il Regno Unito che subirà la contrazione maggiore tra le singole economie più grandi del mondo. L'Ocse suggerisce che sarà necessario un continuo inasprimento della politica monetaria.

 

Notizie dal mondo

I verbali dell'ultima riunione del comitato di politica monetaria statunitense hanno confermato che il ritmo dei rialzi dei tassi di interesse potrebbe presto rallentare. Il 2 novembre i decisori politici hanno decretato un quarto aumento consecutivo di 75 punti base, ma una "maggioranza sostanziale" ha ritenuto che sarà "probabilmente presto necessario" ridimensionare la battaglia contro un'inflazione sostenuta. I rischi di un eccessivo irrigidimento sono stati evidenziati dalle prime stime sull'attività economica a novembre, come risulta dagli indici dei responsabili agli acquisti (PMI). Il PMI composito statunitense si è attestato a 46,3, in calo rispetto ai 48,2 di ottobre. Il PMI manifatturiero è sceso a 47,6 da 50,4. Un dato inferiore a 50 denota una contrazione.

 

Il numero sotto i riflettori: 85$

I prezzi del petrolio sono scesi nettamente mercoledì, con i future sul Brent scesi al di sotto degli 85$ al barile per la prima volta dall'inizio di ottobre, in quanto i livelli record di casi giornalieri di COVID-19 in Cina e l'inasprimento delle restrizioni in alcune città del Paese hanno pesato sulle aspettative della domanda. Il sentiment è stato influenzato anche da un aumento delle scorte di benzina negli Stati Uniti superiore al previsto e da un potenziale limite di prezzo per il petrolio russo. Si è ipotizzato che il tetto proposto dal G7 potrebbe essere relativamente alto, il che significa che ci saranno meno possibilità di una carenza di forniture se per la Russia sarà ancora redditizio vendere il proprio petrolio. Venerdì mattina il Brent è tornato sopra gli 86$.

 

La parola della settimana: Perdite e danni

Termine utilizzato dalle Nazioni Unite per indicare i danni causati dai cambiamenti climatici che vanno oltre le azioni di adattamento e mitigazione. Al termine della COP27 è stato presentato un fondo per le perdite e i danni, concepito per aiutare i Paesi in via di sviluppo penalizzati a causa di condizioni climatiche estreme e dell'innalzamento del livello del mare. Tuttavia, saranno necessari ulteriori dettagli per capire come il fondo potrebbe concretizzarsi e, dopo due settimane di negoziati e 40 ore di "straordinari", il vertice è stato considerato in gran parte insufficiente a produrre azioni concrete per il clima.

 

Prossimamente

Martedì saranno comunicati i dati relativi al tasso di disoccupazione giapponese di ottobre e i dati sul PIL canadese del terzo trimestre, oltre agli ultimi indici sul sentiment economico, industriale e dei servizi nell’eurozona. Seguiranno poi i dati flash sull'inflazione mercoledì, quando arriverà anche la seconda stima della crescita economica degli Stati Uniti per il terzo trimestre. Giovedì saranno pubblicati i dati finali del PMI di novembre per l'eurozona e gli Stati Uniti, mentre venerdì saranno resi noti i dati sull'occupazione negli Stati Uniti e in Canada.

Ulteriori approfondimenti e considerazioni sono disponibili sul sito di AXA IM Investment Institute.

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