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Take 2

La BCE realizza un aumento record dei tassi di interesse, mentre il prezzo del petrolio torna ai livelli pre-crisi in Ucraina.

  • 09 Settembre 2022 (5 min di lettura)

Fatti salienti

La Banca centrale europea (BCE) ha innalzato i propri tassi di riferimento di un livello record di 75 punti base (pb) e ha segnalato che saranno previsti altri aumenti al fine di contenere l’aumento dei prezzi. Il tasso di deposito è passato dallo 0% allo 0,75%, mentre il principale tasso di rifinanziamento è passato dallo 0,50% all’1,25%. La presidente della BCE Christine Lagarde ha dichiarato che la decisione presa all’unanimità costituisce un tentativo di “anticipare” la transizione verso livelli di tassi che dovrebbero rendere nuovamente accessibile l’obiettivo di inflazione della banca centrale del 2%. La BCE ha inoltre rivisto al rialzo le previsioni di inflazione e si aspetta ora un 5,5% per il 2023 a fronte del precedente 3,5%, con un calo al 2,3% per il 2024. Ha poi fortemente ridimensionato le stime di crescita del PIL per il 2023, portandole dal 2,1% di giugno allo 0,9%.

 

Notizie dal mondo

La crescita nel settore dei servizi negli Stati Uniti ha fornito ulteriori prove del miglioramento della situazione economica rispetto ai precedenti due trimestri consecutivi di crescita negativa (recessione tecnica). Il PMI non manifatturiero dell’Institute of Supply Management (ISM) – un indicatore dell’attività economica – è salito a quota 56,9 ad agosto, dal 56,7 di luglio, il che rispecchia una maggiore crescita degli ordini e dell’occupazione nonché minori perturbazioni a livello delle supply chain. L’ISM ha riferito che l’indice composito ha registrato una crescita per il 27° mese consecutivo. I dati economici più solidi e l’aspettativa di ulteriori aumenti dei tassi di interesse hanno contribuito al rafforzamento del dollaro rispetto a diverse principali valute la scorsa settimana.

 

Il numero sotto i riflettori: $ 90

Il prezzo del Brent è sceso al di sotto dei $ 90 al barile per la prima volta dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, alla luce di dati economici deludenti provenienti dalla Cina, attese di ulteriori rialzi dei tassi di interesse e di una possibile recessione mondiale. Il calo dei prezzi del petrolio si è verificato nonostante la decisione dell’OPEC+ di ridurne la produzione di 100.000 barili al giorno. Nel frattempo, i prezzi del gas sono rimasti elevati a causa della chiusura da parte della Russia del gasdotto Nord Stream 1, principale rotta di approvvigionamento per l’Europa. Diversi paesi hanno già annunciato programmi di sostegno alle famiglie e alle imprese per far fronte all’impennata dei prezzi dell’energia.

 

La parola della settimana: Coefficiente di riserva obbligatorio

La quota di riserve patrimoniali minime obbligatorie per legge di una banca rispetto ai suoi depositi a vista. La scorsa settimana la Banca Popolare Cinese (PBoC) ha annunciato che avrebbe tagliato il coefficiente di riserva obbligatorio per i depositi in valuta estera dall’8% al 6%, nel tentativo di rallentare il deprezzamento dello yuan dopo il crollo ai minimi da due anni rispetto al dollaro. Il provvedimento fa seguito al taglio di 100 pb del coefficiente di riserva obbligatorio in valuta estera effettuato a maggio, benché la banca centrale cinese abbia incrementato il coefficiente due volte lo scorso anno per frenare il rapido apprezzamento dello yuan. Da quel momento, la valuta ha risentito dei timori sulla domanda interna e delle elevate tensioni tra Stati Uniti e Cina.

 

Prossimamente

Lunedì saranno pubblicati i dati sulla crescita dell’economia britannica per il mese di luglio, mentre martedì arriveranno gli ultimi dati sulla disoccupazione nel Regno Unito, proprio quando gli Stati Uniti annunceranno i dati sull’inflazione di agosto. Il Regno Unito svelerà poi mercoledì i dati aggiornati sull’inflazione, mentre saranno rese note le statistiche sulla produzione industriale dell’eurozona di luglio. Venerdì l’eurozona comunicherà la propria stima definitiva dell’inflazione per il mese di agosto.

Ulteriori approfondimenti e considerazioni sono disponibili sul sito di AXA IM Investment Institute.

 

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