L'inflazione statunitense raggiunge un nuovo massimo mentre la crescita del PIL cinese rallenta
Fatti salienti
A giugno l'inflazione statunitense ha raggiunto uno dei picchi degli ultimi 40 anni, al 9,1%, rispetto all'8,6% di maggio, grazie all'aumento dei prezzi dei generi alimentari, della benzina e degli immobili residenziali. Nel frattempo, nel suo ultimo rapporto sulle prospettive economiche, la Commissione europea ha dichiarato di aspettarsi che l'inflazione dell'eurozona salga al 7,6% quest'anno per poi scendere al 4% nel 2023, rispetto alle previsioni di maggio del 6,1% e del 2,7%. Ha inoltre rivisto al ribasso le previsioni di crescita del PIL per quest’area al 2,6% quest'anno e all'1,4% il prossimo, dal precedente 2,7% e 2,3%. Altrove, la Banca del Canada ha sorpreso i mercati aumentando i tassi di interesse di un intero punto percentuale, al 2,5%, nel tentativo di arginare l'inflazione, che è vicina ai massimi degli ultimi 40 anni.
Notizie dal mondo
La crescita economica cinese ha subito un brusco rallentamento nel secondo trimestre (Q2), attestandosi a un livello più debole del previsto (0,4%) su base annua, a causa dei lockdown dovuti al COVID-19. Si tratta del ritmo di crescita trimestrale più lento in Cina dall'inizio della pandemia, rispetto al 4,8% del primo trimestre. Tuttavia, le vendite al dettaglio sono aumentate del 3,1% a giugno e la produzione industriale è cresciuta del 3,9%, dopo la revoca del lockdown di due mesi a Shanghai. Nel frattempo, l'economia del Regno Unito ha superato le aspettative crescendo dello 0,5% a maggio, dopo la contrazione di aprile.
Il numero sotto i riflettori: 0,9952$
Il valore dell'euro è sceso al di sotto del dollaro USA per la prima volta in quasi 20 anni, raggiungendo giovedì 0,9952 dollari, il valore più debole nei confronti del biglietto verde dalla fine del 2002. I timori di un peggioramento della crisi energetica in Europa a causa della guerra in Ucraina e la prospettiva di una recessione hanno pesato sulla moneta unica europea. Allo stesso tempo, i dati sull'inflazione negli Stati Uniti e l'aspettativa di una mossa aggressiva da parte della Federal Reserve quando si riunirà per fissare i tassi di interesse alla fine del mese hanno contribuito a far salire il dollaro.
La parola della settimana: Principi ONU per l'investimento responsabile (PRI)
Un'organizzazione internazionale che promuove gli investimenti responsabili incoraggiando le società di investimento a incorporare le questioni ambientali, sociali e di governance (ESG) nelle loro analisi e nei processi decisionali. Lanciato nel 2006, il gruppo sostenuto dalle Nazioni Unite, che conta circa 4.000 firmatari, ha pubblicato la scorsa settimana un documento incentrato sui diritti umani, intitolato How investors can advance decent work (Come gli investitori possono promuovere il lavoro dignitoso). Secondo i PRI delle Nazioni Unite gli investitori dovrebbero adottare un approccio al lavoro dignitoso che metta al centro l'uomo: “Si tratta di superare la concezione dell'occupazione come mera transazione economica e di considerare i lavoratori come capitale umano, attraverso una lente di efficienza economica, e di spostare l'attenzione sulla dignità economica e sullo sviluppo umano".
Prossimamente
Martedì l'eurozona annuncerà il tasso di inflazione finale di giugno, mentre il Regno Unito pubblicherà i dati sulla disoccupazione. Seguiranno mercoledì le pubblicazioni dei dati sull'inflazione di Regno Unito e Canada, e, sempre lo stesso giorno, verrà pubblicato anche l'indicatore flash della fiducia dei consumatori dell'eurozona. La Banca del Giappone e la Banca Centrale Europea si riuniranno giovedì per prendere una decisione sui tassi di interesse. Gli indici dei responsabili degli acquisti per Giappone, eurozona, Regno Unito e Stati Uniti saranno comunicati venerdì.
Ulteriori approfondimenti e considerazioni sono disponibili sul sito di AXA IM Investment Institute.
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