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La Fed e la Banca d’Inghilterra alzano i tassi; l’inflazione dell’eurozona raggiunge nuove vette

  • 07 Novembre 2022 (5 min di lettura)

Fatti salienti

In linea con quanto previsto dal mercato, la Federal Reserve (Fed) statunitense ha proceduto al quarto rialzo consecutivo di 75 punti base (pb), portando i tassi d’interesse al 3,75%-4%. Stando a Jerome Powell, gli aumenti continueranno fino a quando non saranno “sufficientemente restrittivi” per frenare l’inflazione ed è probabile che il tasso terminale si riveli più alto delle attese. Tuttavia, il presidente della Fed ha suggerito che l’istituto modererà il ritmo della stretta nelle prossime riunioni. Anche la Banca d’Inghilterra ha innalzato i tassi di 75 pb, l’incremento più significativo dal 1989, al 3% ed evocato prospettive “molto complesse” per l’economia britannica.

 

Notizie dal mondo

A ottobre l’inflazione annuale nell’eurozona ha toccato un nuovo record del 10,7%, in ascesa dal 9,9% di settembre, mentre la crescita del PIL per il terzo trimestre (T3) è diminuita allo 0,2% dallo 0,8% del T2. Questi dati deludenti riflettono il dilemma con il quale è alle prese la Banca centrale europea, ma la presidente della BCE Christine Lagarde ha affermato che è necessario proseguire il ciclo rialzista per contrastare il rincaro dei prezzi, anche a costo di un maggiore rischio di recessione. L’obiettivo d’inflazione di Francoforte è pari al 2%. Le cattive notizie non sono però finite qui: a ottobre l’indice definitivo dei direttori agli acquisti mostrava un calo dell’attività manifatturiera a 46,4, il livello più basso da maggio 2020, mentre l’indice composito, che include i servizi, si è attestato a un minimo da 23 mesi di 47,3. Una cifra inferiore a 50 denota una contrazione.

 

Il numero sotto i riflettori: ¥ 6,3 mila miliardi

Il governo giapponese ha speso ¥ 6,3 mila miliardi ($ 42,8 miliardi) a ottobre nel quadro del suo intervento a sostegno dello yen, dopo che la valuta è sprofondata al minimo da 32 anni nei confronti del dollaro USA. Verso la metà dello scorso mese un dollaro valeva oltre ¥ 150, ma da allora è stato scambiato in un intervallo di circa ¥ 145-149. Nel frattempo, a settembre la produzione industriale giapponese si è contratta dell’1,6% rispetto ad agosto, la prima flessione in quattro mesi, sulla scia verosimilmente di crescenti costi dei materiali e un rallentamento economico globale. Le vendite al dettaglio nipponiche sono salite per il settimo mese consecutivo a settembre, facendo segnare +4,5% su base annua, trainate da una ripresa dei consumi dopo il COVID-19.

 

La parola della settimana: Canali solari

L’idea di costruire coperture fotovoltaiche sui canali artificiali esistenti per generare elettricità rinnovabile e ridurre l’evaporazione dell’acqua. I canali solari potrebbero rappresentare un mezzo sostenibile per fornire acqua alle comunità remote dei Paesi in via di sviluppo. Tuttavia, nei prossimi mesi dovrebbe essere lanciato un importante progetto pilota in California; lo Stato mira infatti a produrre il 100% dell’energia da fonti rinnovabili entro il 2045. Il “Progetto Nexus”, del valore di $ 20 milioni, rientra nell’ambito delle iniziative per risolvere le persistenti condizioni di siccità nella regione e si prefigge di installare 8.500 piedi (circa 2.600 metri) di coperture fotovoltaiche entro il 2024.

 

Prossimamente

Questa e la prossima settimana si terrà la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP27). Nel corso dell’evento dovrebbero essere invocate azioni per il clima più decise e rapide, in un difficile contesto di sicurezza energetica e accessibilità economica. Martedì si svolgeranno le elezioni di medio termine negli Stati Uniti che assegneranno il controllo del Congresso. Tra i dati economici della settimana vi sono le vendite al dettaglio dell’eurozona, in programma martedì. Lo stesso giorno la Banca del Giappone pubblicherà la sua Sintesi delle opinioni. Mercoledì giungerà l’inflazione cinese di ottobre, seguita giovedì da quella statunitense. Venerdì sarà svelata la stima preliminare sulla crescita del PIL britannico per il terzo trimestre.

Ulteriori approfondimenti e considerazioni sono disponibili sul sito di AXA IM Investment Institute.

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