Gli Stati Uniti attingono alle riserve di petrolio per frenare i prezzi; la premier britannica si dimette
Fatti salienti
Nel tentativo di contenere i prezzi della benzina e stabilizzare i mercati, la scorsa settimana il presidente Joe Biden ha comunicato che gli Stati Uniti rilasceranno 15 milioni di barili di petrolio dalla riserva di emergenza, la Strategic Petroleum Reserve (SPR). Questo intervento rientra in un piano più ampio, che prevede il rilascio di 180 milioni di barili entro novembre e porterà la SPR sui livelli minimi da 38 anni. Nel frattempo, l’output industriale statunitense di settembre ha superato le attese del mercato; sia la produzione industriale che quella manifatturiera sono apparse in rialzo dello 0,4% rispetto al mese precedente. Il “Beige Book” (Libro beige) della Federal Reserve, nel quale l’istituto raccoglie prove aneddotiche sulle condizioni economiche, segnalava inoltre che le pressioni inflazionistiche si sono leggermente attenuate e dovrebbero continuare a recedere.
Notizie dal mondo
La premier del Regno Unito Liz Truss si è dimessa dopo soli 45 giorni, il mandato più breve nella storia del Paese. Sotto la sua guida, i tagli alle tasse annunciati a settembre hanno innescato un repricing della sterlina e del debito pubblico britannico, come pure la rimozione del cancelliere, seguita da una drastica retromarcia in cui la maggior parte delle misure fiscali è stata annullata. In seguito alle sue dimissioni, si è aperta una lotta per la leadership che si concluderà a breve, entro venerdì. L’inflazione annuale del Regno Unito si è rivelata superiore alle aspettative, passando dal 9,9% di agosto al 10,1% di settembre, il tasso più elevato degli ultimi 40 anni. Spostandoci nell’eurozona, l’inflazione annuale di settembre è stata rivista lievemente al ribasso al 9,9% rispetto alla stima preliminare del 10%, ma comunque in forte ascesa dal 9,1% di agosto.
Il numero sotto i riflettori: meno dell’1%
Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (AIE), quest’anno le emissioni di anidride carbonica (CO₂) derivanti da combustibili fossili dovrebbero aumentare di meno dell’1%. L’agenzia ha inoltre riferito che, salvo sorprese, l’incremento delle emissioni di CO₂ nel 2022 dovrebbe essere inferiore a 300 milioni di tonnellate, dopo il balzo di quasi due miliardi di tonnellate registrato lo scorso anno, sulla scia di una rapida ripresa economica. L’AIE suggerisce che queste cifre riflettono la notevole espansione globale di energie rinnovabili e veicoli elettrici osservata quest’anno, che ha infine eclissato la crescente domanda di carbone.
La parola della settimana: Congresso Nazionale
Una riunione quinquennale del Partito comunista cinese, verosimilmente la più importante. Nel corso dell’evento, sono in genere annunciate le nomine e le promozioni in ruoli chiave e viene delineato il ciclo politico per i prossimi cinque anni. Il 20° Congresso nazionale si è svolto quest’anno dal 16 al 22 ottobre e ha visto la partecipazione di circa 2.300 alti esponenti del partito, con la rielezione del presidente Xi Jinping per un terzo mandato, un fatto inedito, da tempo considerata inevitabile. I dati sul PIL per il terzo trimestre (T3), in programma martedì scorso, sono stati posticipati a causa dell’evento, alimentando le voci di una crescita debole.
Prossimamente
I Flash PMI di eurozona, Stati Uniti e Regno Unito giungeranno lunedì, insieme al PIL cinese per il T3, la cui pubblicazione è stata ritardata. Mercoledì la Banca del Canada delibererà sui tassi d’interesse, mentre la Banca centrale europea terrà la propria riunione di politica monetaria giovedì, giorno in cui arriverà anche una stima anticipata sul PIL statunitense per il T3. Venerdì la Banca del Giappone comunicherà la sua decisione sui tassi d’interesse. Lo stesso giorno saranno svelati molteplici indicatori dell’eurozona, tra cui gli indici sul sentiment economico, industriale e dei servizi, oltre al più recente dato sulla fiducia dei consumatori.
Ulteriori approfondimenti e considerazioni sono disponibili sul sito di AXA IM Investment Institute.
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