Quali sono le alternative al BTp offerte dal risparmio gestito?

  • 19 Maggio 2023 (5 min di lettura)

Dopo aver “drogato” i mercati per anni inondandoli di liquidità, le banche centrali stanno combattendo l’inflazione alzando i tassi. Ma è la mossa giusta? E se l’inflazione non si abbassasse? Quanto al deterioramento delle relazioni internazionali, quale impatto avrà sull’economia? In questo scenario macroeconomico, l’investimento preferito dagli italiani è il Btp. Ma puntare solo sul Btp, con inflazione appiccicosa e tassi in rialzo, può essere rischioso. Al Salone del Risparmio i nostri esperti spiegano perché è meglio considerare un portafoglio obbligazionario diversificato.

Il rialzo dei tassi d’interesse ha reso attraenti i Btp (Buoni del Tesoro Poliennali). A giudicare dall’elevata domanda che ha accompagnato le ultime emissioni del debito pubblico del nostro Paese, i Btp sono in cima alle preferenze d’investimento. Il decennale, per esempio, offre un livello di rendimento interessante, oltre il 4%. Lo Stato italiano poi sta facendo di tutto per rendere il prodotto attraente. L’ultimo lanciato sul mercato offre zero commissioni e bonus fedeltà se portato a scadenza. E in questo momento il Btp riesce addirittura ad assicurarsi titoloni sulle pagine dei giornali, collocandosi tra le notizie di maggior rilievo non solo delle testate specializzate, ma anche di quelle generaliste.

Tuttavia, puntare solo sul Btp, specie in un perido di inflazione appiccicosa e tassi in rialzo, può essere rischioso. Innanzitutto dal punto di vista del rendimento. Come per gli altri asset, infatti, anche per il Btp un rendimento oltre il 4% è da intendere a livello nominale, non reale. Il livello di rendimento reale del Btp già oggi è negativo, considerato che l’inflazione in Italia è all’8,7%.

Se poi paragoniamo l’indice di performance dei titoli di Stato italiani alla performance di altri emittenti, vediamo che non c’è stata una sovraperformance:

 

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Fonte: Bloomberg, 16 maggio 2023

 

“Il Btp decennale giustamente piace perché oggi promette rendimenti appena sopra il 4%, quattro volte più di fine 2021, però ci sono altri strumenti che offrono rendimenti simili o superiori”, ragiona Alessandro Tentori, Chief investment officer di AXA IM Italia. Se poi guardiamo al dato storico, per esempio concentrandoci sul periodo di rialzo dei tassi d’interesse (da inizio 2022 a oggi), notiamo che “non c’è stata una sovraperformance dell’Italia rispetto, per esempio, ai treasury americani o al rendimento offerto da altri paesi europei, nonostante la maggiore fragilità del nostro debito pubblico”. Ipoteticamente, quindi, sottolinea Tentori, “un investitore avrebbe potuto realizzare rendimenti migliori con un portafoglio più bilanciato su diversi titoli obbligazionari”.

 

Le banche centrali non ci hanno capito niente

L’inflazione è salita dopo un ventennio in cui ci eravamo abituati a non vederla sopra il 2% e secondo l’economista di AXA IM Italia non se ne andrà tanto rapidamente perché è in gran parte una inflazione da offerta, non da domanda. E non sembra essere scesa molto, nonostante la Federal Reserve sia arrivata quasi alla fine del ciclo dei rialzi.

“Le banche centrali non ci hanno capito niente”, dice Tentori. “Questa inflazione non è nata per il Covid, ma per i grandi cambiamenti a livello globale”. Per esempio, hanno contribuito i cambiamenti demografici in Cina, con una popolazione che invecchia e meno lavoratori nelle fabbriche. La deglobalizzazione ha portato salari più alti in Europa, e anche la transizione “green” potrebbe avere dei costi e quindi mantenere alta l’inflazione.

“Dobbiamo quindi abituarci a convivere con un’inflazione più alta e questo comporta di rivedere le proprie scelte in termini di asset, liability e abitudini di consumo”, conclude Tentori.

 

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Fonte: Istat         

                                                                                                                           

Dove stanno andando i tassi?

La view di AXA IM è che i tassi d’interesse possano essere “quasi” arrivati, dove il “quasi” sta a significare che il livello d’incertezza è troppo alto per permettere di fare previsioni. “Penso che ci sia ancora tanto lavoro da fare in Europa”, sottolinea Tentori, secondo il quale siamo solo all’inizio dell’infiammata inflazionistica e quello che abbiamo visto l’anno scorso è “solo un antipasto”. Quindi c’è spazio per altri rialzi da parte della Banca centrale europea.

Siamo di fronte a uno squilibrio tra quel che dicono gli economisti e quel che prezza il mercato, tra banchieri centrali e mercato, e tra quel che il mercato si aspetta per gli Stati Uniti (taglio dei tassi) e per l’Europa (aumento dei tassi). “Quello che mi sembra molto strano ora – commenta Tentori –  è che il mercato si sta concentrando su un solo scenario, ovvero che la recessione negli Stati Uniti sia già cominciata, che la Fed avrebbe dovuto già tagliare i tassi un mese fa e che questo sia l’unico scenario possibile”.

 

Capire il presente

“E’ un mondo sempre più instabile dal punto di vista delle relazioni internazionali, perché le medie potenze avranno un peso molto maggiore”, dice Giulio Sapelli, economista e storico, ospite di AXA IM. E l’invasione russa in Ucraina “ha disvelato l’impotenza delle grandi potenze”, creando un pericoloso precedente. “Sarà un mondo sempre più urlato” e “c’è il pericolo vero di una guerra nucleare, ma non se ne parla per non spaventare la gente”, conclude Sapelli.

I rapporti tra le due super potenze, Stati Uniti e Cina, non sono destinati a migliorare. Alberto Forchielli, imprenditore ed esperto di Affari Internazionali, è convinto che si tratta di una guerra a tutti i livelli, tecnologico, politico, commerciale, militare e finanziario. “La Cina ha il bisogno fondamentale di acquisire il controllo dell’Asia per diventare la potenza dominante nel mondo”, nota l’imprenditore, e questo può avvenire solo scacciando gli Stati Uniti. E’ importante capire che le priorità della geopolitica “schiacciano l’economia”, evidenzia Forchielli. Taiwan è il nodo fondamentale, gli Stati Uniti cercano di ritardare il momento dello scontro ma intanto sono in corsa per armare Taiwan.

 

Diversificare

Nell’attuale contesto macro e di mercato, riteniamo che inflazione e spread siano i due ambiti che possono dare soddisfazione agli investitori quest’anno. Si potrebbe affiancare all’investimento in Btp un mix di strumenti, senza prendere troppi rischi in eccesso.

Per esempio, un fondo obbligazionario offre l’opportunità di diversificare oltre che di fare copertura del rischio.

Nel dialogo con i clienti, “dovremmo far cercare di comprendere la differenza tra un rendimento nominale e un rendimento reale”, spiega Pietro Martorella, Head of Southern Europe di AXA IM Italia, ricordando che la view sull’inflazione della casa d’investimento è che “c’è il rischio che rimanga più alta rispetto al target delle banche centrali”. Quindi, il rendimento del Btp potrebbe non essere sufficiente a contrastare l’impatto dell’inflazione. “I rendimenti reali vanno fatti investendo nell’economia reale, tramite azioni, obbligazioni governative e societarie, in sintesi un portafoglio diversificato d’investimenti”, di cui il Btp potrebbe rappresentare una parte, continua Martorella. Per esempio, “oggi un portafoglio obbligazionario corporate su qualsiasi scadenza, da uno a quattro anni, rende più o meno come il Btp, ma con un rischio di duration molto più basso ed un rating più alto”.

 

Investire in credito

Ecco alcune proposte. Per esempio, si potrebbe considerare il settore delle emissioni corporate. Il nostro Fondo AXA WF Euro Credit Total Return investe in obbligazioni corporate europee Investment Grade e High Yield (massimo 50%), con una gestione flessibile della duration (da -2 a 6 anni). Il rating medio del fondo è BBB, quindi questa soluzione offre meno rischio rispetto a una strategia puramente high yield.

I due motori della strategia sono la duration e la gestione del rischio di credito, per la quale abbiamo una segmentazione su tre livelli (Defensive, Intermediate, Aggressive):

 

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Fonte: AXA IM, maggio 2023. A solo scopo illustrativo

 

Investire in inflazione

Per chi vuole investire in inflazione ed è disposto ad accettare un po’ più di volatilità proponiamo un prodotto flessibile il cui obiettivo è battere l’indice inflattivo europeo (ex Tabacco) al netto dei costi. AXA WF Euro Inflation Plus investe in obbligazioni globali di Paesi sviluppati e al tempo stesso consente di trarre beneficio dalle obbligazioni nominali se il rendimento è elevato.

 

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Fonte: AXA IM, maggio 2023. A solo scopo illustrativo

Salone del Risparmio 2023

Sfida al BTp

I risparmiatori oggi lo amano, ma rischiano di finire in trappola (o di restare delusi). Quali alternative può offrire il risparmio gestito?

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Obbligazioni
AXA WF Euro Credit Total Return

Un fondo con l'obiettivo di massimizzare il rendimento totale da una combinazione di crescita del reddito e del capitale investendo in titoli a reddito fisso denominati prevalentemente in euro su un orizzonte temporale di lungo termine.

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Obbligazioni
AXA WF Euro Inflation Plus

Un fondo con l''obiettivo di cercare di sovraperformare su base annua, in EUR, gli Indici dei Prezzi al Consumo Armonizzati ("l'ndice di riferimento") escluso il tabacco, al netto delle spese correnti.

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    Informazioni importanti

    I fondi menzionati fanno capo ad AXA WORLD FUNDS, SICAV di diritto lussemburghese UCITS IV approvata dalla CSSF, iscritta al "Registre de Commerce et des Sociétés" con numero B. 63.116, avente sede legale al 49, avenue J.F Kennedy L-1885 Lussemburgo, armonizzata ai sensi della direttiva 2009/65/CE le cui azioni sono ammesse alla commercializzazione in Italia. La Società è gestita da AXA Investment Managers Paris, società di diritto francese, con sede legale in Tour Majunga - La Défense 9 - 6, place de la Pyramide - 92800 Puteaux, iscritta al Registro delle imprese di Nanterre con il numero 353 534 506, e società di gestione di portafogli autorizzata dall’AMF con n. GP 92-008 in data 7 aprile 1992.

     

    Rischi principali  - AXA WF Euro Inflation Plus e AXA WF Euro Credit Total Return

    Rischio di credito: rischio per cui gli emittenti dei titoli di debito detenuti nel Comparto possano risultare inadempienti verso i propri obblighi o possano subire un declassamento del rating, il che comporterebbe una diminuzione del NAV del Comparto.

    Rischio di liquidità: rischio di livelli bassi di liquidità in determinate condizioni di mercato, che potrebbero costringere il Comparto ad affrontare difficoltà nel valutare, acquistare o vendere tutti/parte dei propri attivi e avere un impatto potenziale sul suo NAV.

    Rischio di controparte: rischio di default (insolvenza, bancarotta) di una delle controparti che comporterebbe un mancato pagamento o una mancata consegna.

    Impatto dell’uso di tecniche, come ad esempio gli strumenti derivati: alcune strategie di gestione comportano rischi specifici, come il rischio di liquidità, il rischio di credito, il rischio di controparte, il rischio di valutazione, il rischio legale, il rischio operativo e i rischi associati agli attivi sottostanti.

    Disclaimer

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