Azionario: ancora volatilità, aspettiamo segnali dalle trimestrali
Mercati ancora volatili con il settore bancario sotto i riflettori dopo il sell-off provocato dal crack delle banche statunitensi Svb e Signature e le difficoltà del Credit Suisse. La banca centrale americana ha dovuto rivedere la propria posizione e questo ha fatto da freno al mercato, portando una grande rotazione. Nelle prossime settimane attenzione alle trimestrali, che potrebbero fornire indicazioni utili sullo stato dell’economia e l’impatto della crisi.
I mercati finanziari europei hanno sperimentato forti oscillazioni a marzo. Il timore del ritorno di una crisi finanziaria, simile a quella del 2007-2008, ha messo il freno all’andamento dei mercati che avevamo visto da inizio anno e c’è stata una grande rotazione.
La Federal Reserve (Fed) ha continuato la stretta monetaria, ma dopo il sell-off dei bancari è stata costretta a rivedere la propria posizione, alzando i tassi di un quarto di punto (e non di mezzo punto percentuale). Di conseguenza, da un momento all’altro si è totalmente invertito l’andamento dei mercati la cui performance – inizialmente sostenuta dalla riapertura della Cina e da dati macroeconomici migliori delle attese, che indicavano che il rischio di una recessione per l’Europa poteva essere alle spalle – ha subito una forte frenata nella prima parte del mese.
Successivamente, l’intervento delle banche centrali ha consentito ai mercati di recuperare quello che avevano perso.
AXA WF Italy Equity: pesano la sottoesposizione al lusso e la scelta delle banche
Ancora una volta Piazza Affari, che è sovrappesata sulle banche, ha fatto da amplificatore dell’Europa, archiviando la peggiore performance. Il Ftse Italia All Share NT ha perso l’1,34% a marzo, spinto al ribasso principalmente dalle banche. Il calo dei tassi a lungo termine, indotto dai timori per le banche e per il rischio di recessione, ha beneficiato i settori difensivi (sanità, utilities, beni di consumo di base) e i settori di crescita (tecnologia, beni voluttuari). Invece, i settori che hanno sofferto di più sono stati quello finanziario e dell’energia.
Le small cap sono state appena più resilienti, registrando un calo dello 0,82% per l'indice Star, meglio rispetto a febbraio, quando avevano sottoperformato. Tuttavia, i maggiori flussi continuano ad interessare le large cap.
In questo contesto, il nostro Fondo AXA WF Italy Equity ha perso il 2,46% sulla Classe d’Azioni A EUR1 , a causa di una selezione titoli all'interno del settore bancario ancora una volta penalizzato dalla mancata esposizione a Unicredit e dalla sovraesposizione a Finecobank, in controtendenza con il mercato. Inoltre, il fondo non ha beneficiato della buona performance di Ferrari, oggetto di un rinnovato interesse per i titoli long duration nonostante una valutazione che è rimasta molto elevata.
Anche se la performance relativa del Fondo ha sofferto per le posizioni “long” su Finecobank e “short” su Unicredit, restiamo fedeli alle nostre forti convinzioni: ci piace Finecobank per la sua struttura solida mentre non ci piace Unicredit, che ha una strategia solo finanziaria. Quanto a Ferrari, stiamo valutando il titolo, ma vogliamo trovare il momento giusto per comprarlo. Speravamo in uno storno di mercato che non c’è stato, a causa della ripartenza della Cina e di un ritorno d’interesse per i titoli del lusso. In questo momento la sua valutazione ci appare più che “fair value” e seppur interessati, non siamo pronti ad entrare a qualsiasi prezzo. Ci piace sempre Nexi, che continua ad essere penalizzato per il ribasso di tutto il comparto dei pagamenti digitali.
In questo momento difficile la cosa migliore è stare fermi, pur rivalutando continuamente le proprie posizioni.
Occhi puntati sulle prossime trimestrali per capire lo stato dell’economia
Nelle prossime settimane, l’attenzione sarà puntata sulle nuove pubblicazioni trimestrali, che permetteranno di farsi un’idea su come è partito il 2023 ma anche di capire qual’è stato l’impatto della crisi bancaria. Bisognerà capire se il rialzo dei tassi da qui a fine anno porterà a una recessione, o a un significativo rallentamento dell’economia, e già si vedono alcuni segnali, come il rallentamento delle richieste di credito. Questa crisi del sistema bancario è figlia del rialzo dei tassi da parte delle banche centrali, avvenuto velocemente, che comincia a pesare sul finanziamento di alcuni progetti. Sarà interessante capire, dalle trimestrali, se ci sono segnali di un rallentamento dell’attività o di progetti rimandati a causa del rialzo del costo del credito. Inoltre, sarà interessante capire se sulle trimestrali ha avuto un impatto la riapertura della Cina.
Ci aspettiamo mercati ancora volatili e restiamo quindi fedeli alla nostra strategia d’investimento concentrandoci su società che combinano una struttura finanziaria solida con la capacità di aggiustamento dei prezzi, visibilità e prospettive di crescita attraverso l’esposizione a tematiche di lungo termine.
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