Azionario: utili trimestrali ancora forti spingono il rally

  • 12 Novembre 2021 (5 min di lettura)

Archiviate le preoccupazioni per una crescita economica più lenta e per la possibilità che l’inflazione sia meno transitoria del previsto, i mercati azionari hanno ritrovato l’appetito al rischio. A spingere i rialzi sono stati gli utili delle società, ancora una volta positivi.

 

Gli indici azionari sono tornati a crescere nel mese d’ottobre, dopo la battuta d’arresto di settembre. Le utility sono state protagoniste dei maggiori rialzi, complice l’impennata dei prezzi dell’energia e un rinnovato quadro legislativo.

ll Ftse Italia All Share NT è balzato del 5,03% a ottobre. In rialzo tutti i settori, ad eccezione di quello delle telecomunicazioni, penalizzate da risultati contrastanti.

Balzo in avanti delle utility

Le utility hanno registrato la crescita più forte (sono state responsabili di oltre il 20% della performance), trainate in parte dal forte rialzo dei prezzi dell'energia, ma soprattutto dal ritiro di un progetto di legge spagnola su tasse complementari volte a contenere l'aumento dei prezzi dell'elettricità per il consumatore finale. Questo progetto di legge le aveva penalizzate un mese prima. Ora il quadro è cambiato e il dietrofront del governo spagnolo non è banale: mostra che la transizione energetica ha messo il settore in una posizione di forza. La conversione “green” dell’economia ha fatto diventare interessante il settore delle utility, che in questo momento hanno molta più forza contrattuale, come ha dimostrato il ritiro del progetto di legge di tassazione del governo di Madrid. Enel, che è ben esposta al mercato spagnolo, vale da sola un 20% del rialzo del mercato italiano.

Anche i titoli tecnologici, auto, finanziari e beni di consumo sono stati tra i migliori del mese, spinti al rialzo generalmente dalla pubblicazione degli utili.

AXA WF Framlington Italy in rialzo, ma soffre per il calo di doValue

In questo contesto, il nostro fondo è in forte crescita ma un po’ in ritardo rispetto al mercato, penalizzato in larga parte dal calo del 17% di doValue a seguito dei timori per il rinnovo di un importante contratto in Spagna. Il fondo AXA WF Framlington Italy ha messo a segno un rialzo del 4,61% per la Classe d’Azioni A EUR.

Nel corso del mese abbiamo rafforzato Enel e Terna, titoli dell’energia che avevano sofferto sulla scia del rialzo dei tassi. Questo ci ha dato un’opportunità per incrementare le nostre posizioni. Restano le prospettive di crescita visto che oggi le utility sono al centro della transizione energetica.

Abbiamo venduto Acquafil, un titolo che quest’anno ha fatto bene ed era tornato su valutazioni più in linea con le nostre aspettative. Inoltre, abbiamo partecipato a una serie di IPO societarie e vogliamo fare posto in portafoglio ad alcune novità dal prossimo mese.

Verso un 2022 più complicato

Nelle prossime settimane i mercati azionari dovrebbero rimanere in territorio positivo perché non ci sono alternative all’azionario per chi cerca rendimento, tenuto conto dei livelli dei tassi d’interesse reali ancora molto negativi, e con il recente rialzo dei tassi a lungo termine che si mantiene al di sotto dell'impennata dell'inflazione. Inoltre, la stagione dei risultati trimestrali, nel complesso molto buona, ha consentito ancora una volta di rivedere al rialzo le aspettative sugli utili per l'anno e di comprimere i multipli di valutazione a livelli appena sopra la media di lungo periodo.

La tabella qui sotto mostra quali fattori incidono maggiormente sulla performance delle azioni: margini e fatturato giocano un ruolo preponderante.

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Fonte: AXA IM Research a dicembre 2019

Tuttavia, cominciano a manifestarsi segnali di pressione sui margini e la crescita dovrebbe continuare a normalizzarsi, suggerendo un 2022 più complicato poiché anche le banche centrali diventeranno gradualmente meno accomodanti. Tra politiche meno accomodanti e scenario d’inflazione incerto (transitoria o persistente), resta ancora molta incertezza.

Non va escluso che a un certo punto si possa pensare che le banche centrali avrebbero dovuto alzare i tassi prima, specie se l’inflazione si rivelasse meno transitoria del previsto. Vista quest’incertezza, preferiamo mantenere un approccio bilanciato tra società di maggiore qualità e più costose e altre più a buon mercato e tra titoli value e growth, anche se il portafoglio è prevalentemente growth. Se ci sarà una normalizzazione sui tassi, l’attuale forte interesse per i segmenti più rischiosi del mercato potrebbe calare.

Ci sembra quindi preferibile mantenere una buona diversificazione e limitare l'esposizione ad un fattore in particolare, per essere invece in grado di affrontare scenari differenti. Continuiamo ad essere selettivi nella scelta dei titoli e privilegiamo sempre le aziende che offrono un reale potenziale di crescita del fatturato e/o dei margini, unica garanzia della capacità di generare risultati e pagare dividendi nel tempo.

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