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Eco-ansia: il 59% dei giovani teme l’impatto dei cambiamenti climatici

  • 14 Febbraio 2022 (5 min di lettura)

La crisi climatica e l'inefficacia delle azioni messe in campo dai governi per contrastarla hanno fatto emergere negli ultimi anni il fenomeno dell'eco-ansia. L'Oxford Dictionary l'ha aggiunta fra le sue voci. A esserne colpiti sono soprattutto giovani e giovanissimi, molto preoccupati per il loro futuro.

Come definirla

A testimonianza di quanto il fenomeno sia diffuso, il termine "eco-anxiety" di recente ha trovato posto nell'Oxford Dictionary, che ne offre questa definizione: "Una sensazione di preoccupazione per le minacce all'ambiente, quali l'inquinamento e il cambiamento climatico". Il fenomeno a volte viene indicato anche con termini quali "ansia da clima" o "depressione da clima", ma la sostanza non cambia. Neppure cambia la fascia d'età che dal fenomeno è più interessata, quella dei giovani e giovanissimi. Gli stessi, verosimilmente non a caso, che più fanno sentire la propria voce per chiedere azioni immediate e incisive per contrastare l'emergenza climatica, manifestando per le strade di tutto il mondo come accadrà il prossimo 25 marzo in occasione del nuovo sciopero globale per il clima.

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Fonte: eco-anxiety noun - Definition, pictures, pronunciation and usage notes | Oxford Advanced Learner's Dictionary at OxfordLearnersDictionaries.com

La situazione nel mondo

Gli studi sull'eco-ansia si sono moltiplicati, creando in poco tempo una letteratura corposa. Uno studio importante è stato pubblicato alla fine del 2021 sull'autorevole rivista scientifica The Lancet Planetary Health. Lo studio, commissionato dall'organizzazione non governativa internazionale Avaaz, è stato condotto su scala globale e ha preso in esame il fenomeno dell'eco-ansia tra i giovani e giovanissimi, analizzando anche la percezione che essi hanno riguardo alle risposte che i governi stanno dando per contrastare la crisi climatica.

Basandosi su quanto dichiarato da 10mila giovani tra i 16-25 anni, da dieci Paesi del mondo (Australia, Brasile, Filippine, Finlandia, Francia, India, Nigeria, Portogallo, Regno Unito, Stati Uniti), lo studio ha messo in evidenza come una larga maggioranza (59%) sia molto o estremamente preoccupata dall'impatto dei cambiamenti climatici. La percentuale sale (84%) se si considerano coloro che si dicono almeno moderatamente preoccupati. Il 75% afferma di essere spaventato dal futuro. Il 45% ammette che le preoccupazioni sul clima hanno un influsso negativo sulla propria quotidianità. Più del 50% riferisce di provare emozioni quali tristezza, rabbia, impotenza, senso di colpevolezza. Per quanto riguarda le valutazioni sull'azione di contrasto alla crisi climatica, prevalgono quelle negative: quanto i governi stanno mettendo in campo è considerato inadeguato, con una sensazione di tradimento.

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Fonte: Climate anxiety in children and young people and their beliefs about government responses to climate change: a global survey - ScienceDirect

Il fenomeno in Italia

L'eco-ansia è un fenomeno che naturalmente interessa da vicino anche i giovani italiani. Anzi, come emerso da un vasto sondaggio realizzato in vista della conferenza Youth4Climate di Milano che preparava il meeting della COP26 di Glasgow (700mila intervistati, in rappresentanza dei Paesi del G20), i ragazzi italiani insieme ai britannici sono fra i più preoccupati: l'86% chiede sforzi maggiori ai governi e parla della necessità di combattere una vera e propria battaglia per il clima.

I giovani italiani indicano inoltre una serie di settori e attività a cui occorrerebbe dare la priorità in termini di politiche climatiche: energie rinnovabili, agricoltura sostenibile, biodiversità, foreste, impegno contro l'uso di combustibili fossili, mobilità elettrica.

Una questione sempre più seria

L'eco-ansia sta diventando una questione molto seria, a più livelli. Alcuni studi hanno messo in guardia ad esempio sul fatto che l'eco-ansia può allargare le disuguaglianze sanitarie e sociali, a sfavore di chi è in generale più vulnerabile agli impatti psicologici. C'è addirittura chi si spinge a parlare dell'eco-ansia come della malattia del secolo, anche perché si prevede che nel lungo periodo interesserà sempre più persone.

Si sono create iniziative di psicologi del clima, che offrono supporto per l'eco-ansia cercando di trasformarla in stimolo all'azione positiva per il clima. Del resto la psicologia ha posto la lente sull'eco-ansia già da qualche tempo: l'American Psychological Association ne parla come di "una paura cronica del dominio dell'ambiente". La questione, infine, tocca da vicino anche chi si occupa di comunicazione legata al clima: senza minimizzare la gravità degli impatti della crisi climatica, occorre infatti fare attenzione a non cavalcare strumentalmente l'eco-ansia del pubblico, col rischio di esacerbarla.

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