Investment Institute
La Versione di Iggo

Aspettiamo a parlare

  • 11 Marzo 2022 (7 min di lettura)

Stiamo assistendo a una correzione delle valutazioni sui mercati a fronte della turbolenza economica. La crescita rallenterà e l’inflazione è estremamente alta. Ciò significa che la stretta monetaria sarà meno rapida del previsto. Le valutazioni potrebbero diventare molto convenienti. Ci sono state comunque grosse variazioni dei multipli azionari e degli spread di credito. Non è possibile garantire rendimenti positivi nel breve termine, tuttavia un miglioramento delle valutazioni e del flusso di notizie, se e quando arriverà, dovrebbe creare condizioni più favorevoli per credito e azioni.  Aspettiamo a parlare, ma dobbiamo pensare alla ripresa economica.

 

Volatilità

Chi opera sui mercati non può cambiare il flusso di notizie, ma può reagire di conseguenza. Quando le notizie si susseguono rapidamente e riguardano un evento di portata storica come la guerra in Ucraina, tali reazioni provocano una forte volatilità sui mercati. Gli investitori, inconsciamente, sono tentati di reagire alle notizie stesse o alla conseguente volatilità. Però reagire in modo eccessivo non sempre è la strada migliore. Naturalmente in momenti come questo è difficile mantenere un’ottica di medio/lungo periodo, quando i mercati registrano in un giorno soltanto i movimenti che farebbero normalmente in un mese. Si è tentati di trarre conclusioni basate sull’incertezza relativamente ai principali fattori macroeconomici, ovvero crescita economica, inflazione e tassi di interesse. Il collegamento tra un tema economico e il modo in cui si esprime nei mercati non è sempre evidente, bensì è ricco di sottigliezze. C’è chi ama dire che i mercati sono orientati al futuro. Questo non significa che le previsioni che formulano sul futuro siano corrette, significa però che i mercati non sempre reagiscono in modo prevedibile alle informazioni in tempo reale.

 

Top-down

Per chi investe nel lungo periodo è utile avere un quadro di riferimento. Io mi sono sempre concentrato sui mercati più che su singole azioni o obbligazioni. L’approccio bottom-up cerca di capire i fattori trainanti e i rendimenti previsti delle principali asset class e dei mercati. Dunque, il punto di partenza sono sempre le prospettive macro. In questo modo si definisce un quadro di riferimento che aiuta a capire in che modo gli investitori reagiranno alla situazione. Se le stime di crescita del Pil vengono riviste al ribasso, come oggi, è probabile che gli analisti azionari ridimensionino le previsioni sugli utili per azione. La reazione attesa nei mercati è dunque una visione ribassista delle azioni. Anche se le condizioni non si verificano, le aspettative macro devono essere scontate. Lo stesso vale per le aspettative di politica monetaria.

 

Niente di buono

Lo scenario macroeconomico attuale non è roseo. Le stime vengono riviste al ribasso e, in occasione del recente riesame trimestrale con diversi economisti, si è parlato per la prima volta di recessione. Nella conferenza stampa di questa settimana la BCE ha rivisto al ribasso le stime di crescita, e la Federal Reserve farà probabilmente lo stesso la settimana prossima. È da molto tempo che gli investitori non si trovavano di fronte a un’inflazione al rialzo in concomitanza con un indebolimento della crescita. I più pessimisti hanno già parlato di “stagflazione” (chiaramente non hanno vissuto come me gli anni ‘70 a lume di candela, con periodiche interruzioni di corrente ogni 4 ore!). Il fatto è che le possibilità delle banche centrali di intervenire sono dunque limitate. Le banche centrali sono concentrate sull’inflazione e devono cercare di non perdere la loro credibilità. Con l’inflazione così alta non ha senso un tasso di interesse del -0,5% in Europa. La BCE deve alzare i tassi, e lo farà (lascerò agli altri la previsione sui tempi) e la maggior parte degli europei ha molto altro di cui preoccuparsi.

 

Detto, fatto

La Federal Reserve sembra ancor più convinta del percorso di normalizzazione della politica monetaria. È interessante che i mercati dei future sui tassi di interesse stiano iniziando a scontare i tagli dei tassi nel secondo semestre del 2023, con tassi di interesse e yield obbligazionari su livelli molto più bassi di quelli che abbiamo avuto nel precedente ciclo di stretta. Ciò comunque non impedisce di prevedere aumenti anticipati dei tassi di interesse. Chiaramente le condizioni di crescita negli Stati Uniti non sono così favorevoli come nel 2020 e 2021, tuttavia la ripresa dopo il Covid aiuta, la spesa dovrebbe indirizzarsi maggiormente verso i servizi, col potere di acquisto derivante dai risparmi accumulati e dalla robusta situazione patrimoniale delle famiglie. L’inflazione e le notizie sulla guerra non danno certo fiducia ai consumatori, però il mercato del lavoro è in fermento e i cittadini che trovano un’occupazione (il tasso di partecipazione è in miglioramento) ricevono un salario più alto rispetto a prima della pandemia. Senza considerare gli eventi globali, se la Fed alzasse i tassi nella misura attualmente prevista, dubito che gli Stati Uniti entrerebbero in recessione.

 

Che tristezza

Lo scenario macro comunque è complesso. Gli effetti dello shock dell’energia saranno avvertiti su scala globale. E ci saranno effetti negativi anche sulla ricchezza. Le decisioni di investimento potrebbero essere rinviate finché non ci sarà più chiarezza sulle prospettive geopolitiche. Le strozzature delle catene di distribuzione potrebbero persistere, soprattutto per gli importatori di energia e commodity in Europa. Lo scenario di investimento non sarà roseo e ci sarà la tendenza a pensare che la situazione perdurerà, soprattutto in assenza degli stimoli monetari. Qualche anno fa andava di moda l’indice di sofferenza, che somma inflazione e tasso di disoccupazione. L’indice è più alto quando c’è stagflazione. Negli Stati Uniti l’anno scorso ha toccato il 10%. Negli anni ‘70 era tra il 10% e il 20%. Sulla base delle stime di consensus del 2022, quest’anno scenderà un po’, ma resterà oltre le recenti medie annuali. La situazione economica è peggiorata principalmente a causa dell’inflazione. Non c’è però correlazione tra questo fattore e il rendimento dei mercati azionari a un anno. La situazione potrebbe essere persino peggiore di così, se la disoccupazione fosse in aumento come l’inflazione. Ringraziamo il cielo.

 

Correzione

La valutazione dei mercati azionari globali è già scesa in linea con le recessioni precedenti. Gli spread di credito, seppur non si trovino su livelli di shock o crisi, sono saliti molto e lasciano prevedere qualche difficoltà imminente per il settore corporate. Nei mercati dei tassi, l’appiattimento delle curve dei rendimenti è un segnale di recessione. Tale situazione potrebbe prolungarsi nel breve periodo, soprattutto se i dati macroeconomici iniziassero a muoversi verso uno scenario più pessimista. Senza sminuire l’importanza del quadro macro, dobbiamo tener conto anche di ciò che è già accaduto a livello dei prezzi. Le valutazioni sono un’altra componente fondamentale dell’analisi finanziaria.

 

Potrebbe andare peggio

Recentemente ho scritto che, sulla base di un semplice modello del valore relativo tra mercati azionari e obbligazionari, le azioni sono tornate sul valore equo, o al di sotto in molti casi. Gli Stati Uniti continuano a presentare le valutazioni più alte, ma i multipli degli utili a termine sono scesi di oltre quattro punti dai picchi della metà del 2020. E potrebbero scendere ancora, soprattutto se venissero riviste al ribasso le stime sugli utili per azione (cosa che finora non è avvenuta) e/o se i tassi risk free salissero molto oltre l’attuale 2,0%. Per assistere a una brusca oscillazione tra valore massimo e minimo come nei primi anni 2000 (post dot.com) e nel 2007/2008 (grande crisi finanziaria), gli yield obbligazionari dovrebbero essere al 2,5% o oltre e le stime sull’utile per azione S&P500 dovrebbero scendere di un ulteriore 10%.   

 

C’è un lato positivo

Detto questo potrebbe essere ancora troppo presto dare il cessato allarme nei mercati azionari. Certo, la fine della guerra in Ucraina inciderebbe rapidamente sulla fiducia e verosimilmente porterebbe a qualche buona notizia sul fronte della crescita (non sarebbe necessario rivedere al ribasso le stime di utile) e dell’inflazione (con un calo dei prezzi dell’energia). La fine del conflitto migliorerebbe lo scenario macro e farebbe aumentare la fiducia in un contesto in cui le valutazioni sono già migliorate. In mancanza di tutto ciò dobbiamo però tener d’occhio la tendenza ribassista del mercato.

 

Credito

La situazione potrebbe essere leggermente diversa per il credito. Nell’ultimo mese circa gli spread si sono ampliati moltissimo. Il credito ha riportato performance inferiori ai titoli di Stato del 2,5% circa per l’investment grade, del 2,0% per l’high yield USA e del 3,5% per l’high yield europeo. La recessione o la crescita bassa e le maggiori aspettative d’insolvenza si riflettono negli spread più elevati. Pensiamo allo “spread di breakeven”, ovvero di quanti punti base gli spread dovrebbero salire per sottoperformare i titoli di Stato di riferimento. Oggi si trovano su livelli che, storicamente, hanno prodotto un sovrarendimento molto positivo nell’anno successivo (ovvero il credito ha fatto meglio dei titoli di Stato). Ciò vale per l’investment grade e l’high yield. Nel breve termine potrebbe essere doloroso, ma il credito (gli spread) ci sta segnalando un’opportunità.

 

Opzione put

Ho parlato della situazione macro, delle valutazioni e del sentiment come fattori necessari a formulare una prospettiva d’investimento. Dobbiamo considerare anche i fattori tecnici. Sono elementi che incidono sulla domanda e sull’offerta (al di là delle influenze economiche immediate), sulla liquidità e sul funzionamento dei mercati. Negli ultimi anni il fattore “tecnico” principale è stato il Quantitative Easing. Le banche centrali vogliono ridurlo. Possono farlo e lo faranno se la crescita globale rallenta? Una totale inversione del QE e delle posizioni obbligazionarie delle banche centrali è irrealistica, dunque i tassi reali a lungo termine probabilmente non risaliranno ai livelli pre-crisi finanziaria. In ultima analisi, qualche stimolo potrebbe dunque persistere, seppur out-of-the-money, e la performance azionaria e del credito non crollerebbe come in passato.

 

Inflazione

Nel frattempo, a parte la guerra, gli occhi sono puntati sull’inflazione, dunque la categoria di investimento più difensiva è naturalmente quella delle obbligazioni indicizzate all’inflazione. Dall’inizio dell’invasione hanno riportato ottime performance, e dato che l’inflazione resterà alta per diversi mesi, il carry che gli investitori otterranno dalle obbligazioni indicizzate all’inflazione continua a essere molto interessante.

Ti potrebbe interessare

La Versione di Iggo

Boom boom pow

  • A cura di Chris Iggo
  • 12 Aprile 2024 (7 min di lettura)
La Versione di Iggo

Glittering prize

  • A cura di Chris Iggo
  • 22 Marzo 2024 (5 min di lettura)
La Versione di Iggo

Don’t give up on us baby!

  • A cura di Chris Iggo
  • 15 Marzo 2024 (7 min di lettura)

    Disclaimer

    This document is for informational purposes only and does not constitute investment research or financial analysis relating to transactions in financial instruments as per MIF Directive (2014/65/EU), nor does it constitute on the part of AXA Investment Managers or its affiliated companies an offer to buy or sell any investments, products or services, and should not be considered as solicitation or investment, legal or tax advice, a recommendation for an investment strategy or a personalized recommendation to buy or sell securities.

    It has been established on the basis of data, projections, forecasts, anticipations and hypothesis which are subjective. Its analysis and conclusions are the expression of an opinion, based on available data at a specific date.

    All information in this document is established on data made public by official providers of economic and market statistics. AXA Investment Managers disclaims any and all liability relating to a decision based on or for reliance on this document. All exhibits included in this document, unless stated otherwise, are as of the publication date of this document.

    Furthermore, due to the subjective nature of these opinions and analysis, these data, projections, forecasts, anticipations, hypothesis, etc. are not necessary used or followed by AXA IM’s portfolio management teams or its affiliates, who may act based on their own opinions. Any reproduction of this information, in whole or in part is, unless otherwise authorised by AXA IM, prohibited.

    Disclaimer

    Prima dell’investimento in qualsiasi fondo gestito o promosso da AXA Investment Managers o dalle società ad essa affiliate, si prega di consultare il Prospetto e il Documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (KID). Tali documenti, che descrivono anche i diritti degli investitori, possono essere consultati - per i fondi commercializzati in Italia - in qualsiasi momento, gratuitamente, sul sito internet www.axa-im.it e possono essere ottenuti gratuitamente, su richiesta, presso la sede di AXA Investment Managers. Il Prospetto è disponibile in lingua italiana e in lingua inglese. Il KID è disponibile nella lingua ufficiale locale del paese di distribuzione. Maggiori informazioni sulla politica dei reclami di AXA IM sono al seguente link: https://www.axa-im.it/avvertenze-legali/gestione-reclami. La sintesi dei diritti dell'investitore in inglese è disponibile sul sito web di AXA IM https://www.axa-im.com/important-information/summary-investor-rights.

    I contenuti pubblicati nel presente sito internet hanno finalità informativa e non vanno intesi come ricerca in materia di investimenti o analisi su strumenti finanziari ai sensi della Direttiva MiFID II (2014/65/UE), raccomandazione, offerta o sollecitazione all’acquisto, alla sottoscrizione o alla vendita di strumenti finanziari o alla partecipazione a strategie commerciali da parte di AXA Investment Managers o di società ad essa affiliate, né la raccomandazione di una specifica strategia d'investimento o una raccomandazione personalizzata all'acquisto o alla vendita di titoli. L’investimento in qualsiasi fondo gestito o promosso da AXA Investment Managers o dalle società ad essa affiliate è accettato soltanto se proveniente da investitori che siano in possesso dei requisiti richiesti ai sensi del prospetto informativo in vigore e della relativa documentazione di offerta.

    Il presente sito contiene informazioni parziali e le stime, le previsioni e i pareri qui espressi possono essere interpretati soggettivamente. Le informazioni fornite all’interno del presente sito non tengono conto degli obiettivi d’investimento individuali, della situazione finanziaria o di particolari bisogni del singolo utente. Qualsiasi opinione espressa nel presente sito internet non è una dichiarazione di fatto e non costituisce una consulenza di investimento. Le previsioni, le proiezioni o gli obiettivi sono solo indicativi e non sono garantiti in alcun modo. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il valore degli investimenti e il reddito da essi derivante possono variare, sia in aumento che in diminuzione, e gli investitori potrebbero non recuperare l’importo originariamente investito.

    Ancorché AXA Investment Managers impieghi ogni ragionevole sforzo per far sì che le informazioni contenute nel presente sito internet siano aggiornate ed accurate alla data di pubblicazione, non viene rilasciata alcuna garanzia in ordine all’accuratezza, affidabilità o completezza delle informazioni ivi fornite. AXA Investment Managers declina espressamente ogni responsabilità in ordine ad eventuali perdite derivanti, direttamente od indirettamente, dall’utilizzo, in qualsiasi forma e per qualsiasi finalità, delle informazioni e dei dati presenti sul sito.

    AXA Investment Managers non è responsabile dell’accuratezza dei contenuti di altri siti internet eventualmente collegati a questo sito. L’esistenza di un collegamento ad un altro sito non implica approvazione da parte di AXA Investment Managers delle informazioni ivi fornite. Il contenuto del presente sito, ivi inclusi i dati, le informazioni, i grafici, i documenti, le immagini, i loghi e il nome del dominio, è di proprietà esclusiva di AXA Investment Managers e, salvo diversa specificazione, è coperto da copyright e protetto da ogni altra regolamentazione inerente alla proprietà intellettuale. In nessun caso è consentita la copia, riproduzione o diffusione delle informazioni contenute nel presente sito.  

    AXA Investment Managers può decidere di porre fine alle disposizioni adottate per la commercializzazione dei suoi organismi di investimento collettivo in conformità a quanto previsto dall'articolo 93 bis della direttiva 2009/65/CE.

    AXA Investment Managers si riserva il diritto di aggiornare o rivedere il contenuto del presente sito internet senza preavviso.

    A cura di AXA IM Paris – Sede Secondaria Italiana, Corso di Porta Romana, 68 - 20122 - Milano, sito internet www.axa-im.it.

    © 2024 AXA Investment Managers. Tutti i diritti riservati.