Investment Institute
Demografia

Immigrazione: perché è così importante per l’Europa (anche tra i banchi di scuola)

  • 18 Ottobre 2022 (3 min di lettura)

Entro il 2030 l’afflusso di stranieri nel Vecchio continente aumenterà fino al 44%. Aiutando a combattere il declino demografico e a migliorare i conti pubblici. Ma come gestire l’integrazione di milioni di extracomunitari? Bruxelles ha varato un nuovo Action Plan che punta anche sulla scuola. Ecco come.

Quanti migranti arriveranno in Europa da qui al 2030? A cercare di dare una risposta sono stati ben 178 esperti di spostamenti di popolazione, interpellati dal Migration Research Hub. Secondo gli studiosi esistono quattro possibili scenari, a seconda dello sviluppo della cooperazione internazionale, della convergenza economica tra Paesi ricchi e non, del multilateralismo, di potenziali guerre e così via. Unico tratto comune a tutte le previsioni è che l’immigrazione in Europa aumenterà. E non di poco.

Prendendo come base la media degli arrivi tra il 2008 e il 2017, pari a 1,9 milioni di immigrati annui, nel 2030 gli esperti prevedono un incremento tra il 21% (nello scenario soft) e addirittura il 44% (in quello hard). Un’invasione che farà bene all’Europa, alle prese con calo demografico e invecchiamento della popolazione. Ma che andrà organizzata e gestita in tutti i suoi aspetti, compreso il più importante: quello dell’integrazione.

 

Il nuovo Action Plan europeo

Proprio per questo la Commissione europea ha presentato il nuovo Action Plan 2021-2027 sull’Integrazione e l’Inclusione, che aggiorna e integra quello del 2016. Bruxelles non lesina finanziamenti: solo quelli dell’Amif (Asylum, Migration and Integration Fund) sfiorano i 10 miliardi di euro nel periodo 2021-2027. Le risorse comprendono il fronte cruciale dell’istruzione, dall’asilo all’università, ma anche quello lavorativo, per valorizzare le competenze dei migranti a partire dalla microimprenditorialità. Con un occhio di riguardo alla partecipazione al mondo del lavoro e ai diritti delle donne, congedi di maternità compresi. E senza dimenticare la necessità di fornire alloggi agli extracomunitari in arrivo nella Ue.

 

Come l’Italia guadagna dall’immigrazione

Conti alla mano, gli immigrati infatti rappresentano una preziosa risorsa per l’Europa. Non solo in termini demografici, ma anche sotto il profilo economico e finanziario. Enrico Di Pasquale e Chiara Tronchin, ricercatori della Fondazione Leone Moressa, in uno studio pubblicato su Lavoce.info hanno analizzato le dichiarazioni dei redditi italiane 2020 (quelle relative al 2019). Scoprendo che gli immigrati hanno versato 4,4 miliardi di euro tra Irpef e addizionali locali, 3,4 miliardi di Iva, 5,4 miliardi di tasse varie su permessi di soggiorno, domande di cittadinanza e carburanti e - soprattutto - ben 15 miliardi di contributi previdenziali e sociali, finiti a sostenere l’enorme spesa pubblica per i pensionati italiani. In tutto sono 28,2 miliardi di entrate, superiori di 600 milioni di euro alle stime sulle uscite necessarie per accogliere, gestire e integrare i migranti.

Morale: gli immigrati aiutano le casse dello Stato. Perché - essendo più giovani degli italiani - non appesantiscono il sistema di welfare, in difficoltà per l’invecchiamento della popolazione e la conseguente impennata di spesa sanitaria e previdenziale. Anzi, lo alimentano con i loro contributi.

 

Il multiculturalismo inizia in aula

Avere più immigrati significa quindi ringiovanire la società, frenare il declino demografico e irrobustire i conti pubblici. A patto di vincere la sfida dell’integrazione, che parte dai banchi di scuola. Ma non è un compito semplice. I bambini stranieri devono imparare una lingua diversa da quella materna, convivendo con coetanei di culture e religioni differenti, e in tutto questo vanno guidati da insegnanti in grado di gestire la diversità.

 

Image

Fonte: Eurostat, dati 2021.

 

I ritardi degli stranieri

Nonostante tutti gli sforzi messi in campo, la strada per l’integrazione è ancora lunga, come spiega un rapporto del network europeo Eurydice. In buona parte del Vecchio continente i bambini stranieri continuano a rimanere indietro rispetto ai loro coetanei, anche perché non parlando in famiglia la lingua dell’istruzione sviluppano un minor senso di appartenenza alla scuola. E spesso sono vittime di episodi di bullismo.

In Italia per esempio, secondo gli ultimi dati del ministero dell’Istruzione, già a dieci anni di età (ovvero alle elementari) oltre il 13% degli alunni stranieri è in ritardo sulla “tabella di marcia” scolastica, mentre a 14 anni si sale a quasi al 32% e a 18 anni addirittura il 57,5% degli studenti non italiani arranca. All’interno della Ue, inoltre, il nostro Paese è quello con il più alto tasso di abbandono scolastico da parte degli immigrati.

 

Europa in ordine sparso

Un altro problema, spiega il rapporto di Eurydice, è che sul fronte dell’integrazione i Paesi europei si muovono in ordine sparso. Senza una politica comune. In tredici Stati Ue è persino difficile accedere all’istruzione pubblica se non si è più in età da obbligo scolastico. Alcuni Paesi europei inoltre non limitano la durata dei “percorsi separati” per apprendere la lingua, ostacolando la rapidità del processo di integrazione. Infine, è molto raro che sia un diritto studiare anche a scuola la lingua parlata in famiglia: solo Austria, Svezia e Finlandia prevedono un curriculum specifico in tal senso.

 

Migliori e peggiori sul fronte integrazione

Il famoso “Gem Report” dell’Unesco (Global Education Monitoring Report) cita i Paesi che hanno fatto dell’integrazione tra i banchi il loro fiore all’occhiello: a brillare sono il Canada, che pure ha la maggior percentuale di migranti nel G7, ma anche l’Irlanda, numero uno Ue degli immigrati di prima generazione. Mentre il report di Eurydice apprezza gli sforzi “a tutto tondo” messi in campo da Finlandia e Svezia, campioni della scuola multiculturale.

Purtroppo, abbondano anche le maglie nere, in particolare in fatto di rifugiati. Come ricorda l’Unesco, Paesi come Australia, Ungheria, Indonesia, Malesia e Messico concedono un accesso limitato (se non addirittura inesistente) all’istruzione pubblica alle famiglie che chiedono asilo politico. Di strada da fare, insomma, ne resta da fare ancora molta.

 

Ti potrebbe interessare

Demografia

Fuga dalla città, ora la spinta è il costo della vita

  • A cura di AXA Investment Managers
  • 29 Gennaio 2024 (5 min di lettura)
Demografia

Come la tecnologia sta cambiando la vita dei senior

  • A cura di AXA Investment Managers
  • 30 Novembre 2023 (7 min di lettura)
Demografia

Mondo del lavoro: come attrarre le nuove generazioni?

  • A cura di AXA Investment Managers
  • 06 Novembre 2023 (5 min di lettura)

    Disclaimer

    Prima dell’investimento in qualsiasi fondo gestito o promosso da AXA Investment Managers o dalle società ad essa affiliate, si prega di consultare il Prospetto e il Documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (KID). Tali documenti, che descrivono anche i diritti degli investitori, possono essere consultati - per i fondi commercializzati in Italia - in qualsiasi momento, gratuitamente, sul sito internet www.axa-im.it e possono essere ottenuti gratuitamente, su richiesta, presso la sede di AXA Investment Managers. Il Prospetto è disponibile in lingua italiana e in lingua inglese. Il KID è disponibile nella lingua ufficiale locale del paese di distribuzione. Maggiori informazioni sulla politica dei reclami di AXA IM sono al seguente link: https://www.axa-im.it/avvertenze-legali/gestione-reclami. La sintesi dei diritti dell'investitore in inglese è disponibile sul sito web di AXA IM https://www.axa-im.com/important-information/summary-investor-rights.

    I contenuti pubblicati nel presente sito internet hanno finalità informativa e non vanno intesi come ricerca in materia di investimenti o analisi su strumenti finanziari ai sensi della Direttiva MiFID II (2014/65/UE), raccomandazione, offerta o sollecitazione all’acquisto, alla sottoscrizione o alla vendita di strumenti finanziari o alla partecipazione a strategie commerciali da parte di AXA Investment Managers o di società ad essa affiliate, né la raccomandazione di una specifica strategia d'investimento o una raccomandazione personalizzata all'acquisto o alla vendita di titoli. L’investimento in qualsiasi fondo gestito o promosso da AXA Investment Managers o dalle società ad essa affiliate è accettato soltanto se proveniente da investitori che siano in possesso dei requisiti richiesti ai sensi del prospetto informativo in vigore e della relativa documentazione di offerta.

    Il presente sito contiene informazioni parziali e le stime, le previsioni e i pareri qui espressi possono essere interpretati soggettivamente. Le informazioni fornite all’interno del presente sito non tengono conto degli obiettivi d’investimento individuali, della situazione finanziaria o di particolari bisogni del singolo utente. Qualsiasi opinione espressa nel presente sito internet non è una dichiarazione di fatto e non costituisce una consulenza di investimento. Le previsioni, le proiezioni o gli obiettivi sono solo indicativi e non sono garantiti in alcun modo. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il valore degli investimenti e il reddito da essi derivante possono variare, sia in aumento che in diminuzione, e gli investitori potrebbero non recuperare l’importo originariamente investito.

    Ancorché AXA Investment Managers impieghi ogni ragionevole sforzo per far sì che le informazioni contenute nel presente sito internet siano aggiornate ed accurate alla data di pubblicazione, non viene rilasciata alcuna garanzia in ordine all’accuratezza, affidabilità o completezza delle informazioni ivi fornite. AXA Investment Managers declina espressamente ogni responsabilità in ordine ad eventuali perdite derivanti, direttamente od indirettamente, dall’utilizzo, in qualsiasi forma e per qualsiasi finalità, delle informazioni e dei dati presenti sul sito.

    AXA Investment Managers non è responsabile dell’accuratezza dei contenuti di altri siti internet eventualmente collegati a questo sito. L’esistenza di un collegamento ad un altro sito non implica approvazione da parte di AXA Investment Managers delle informazioni ivi fornite. Il contenuto del presente sito, ivi inclusi i dati, le informazioni, i grafici, i documenti, le immagini, i loghi e il nome del dominio, è di proprietà esclusiva di AXA Investment Managers e, salvo diversa specificazione, è coperto da copyright e protetto da ogni altra regolamentazione inerente alla proprietà intellettuale. In nessun caso è consentita la copia, riproduzione o diffusione delle informazioni contenute nel presente sito.  

    AXA Investment Managers può decidere di porre fine alle disposizioni adottate per la commercializzazione dei suoi organismi di investimento collettivo in conformità a quanto previsto dall'articolo 93 bis della direttiva 2009/65/CE.

    AXA Investment Managers si riserva il diritto di aggiornare o rivedere il contenuto del presente sito internet senza preavviso.

    A cura di AXA IM Paris – Sede Secondaria Italiana, Corso di Porta Romana, 68 - 20122 - Milano, sito internet www.axa-im.it.

    © 2024 AXA Investment Managers. Tutti i diritti riservati.