Azionario: continua il ribasso su incertezza geopolitica e trimestrali contrastanti

  • 08 Novembre 2023 (3 min di lettura)

I mercati azionari hanno proseguito il ribasso sui timori di una possibile estensione del conflitto israelo-palestinese e di risultati trimestrali contrastanti, in parte sotto le attese. Resta il divario tra l’economia in crescita degli Stati Uniti e quella dell’Eurozona in deterioramento.

Mercati azionari ancora in calo a ottobre, per il terzo mese consecutivo, su rinnovati timori per l’economia globale. L’esplodere di un nuovo conflitto in Medio Oriente, dopo l’attacco a Israele a inizio ottobre, le prime pubblicazioni trimestrali piuttosto contrastanti e la volatilità sui mercati obbligazionari hanno dominato il dibattito.

Sui mercati ha pesato l'incertezza sul fronte geopolitico, con il timore che il conflitto israelo-palestinese possa estendersi ad altri paesi della regione mediorientale e innescare un’altra fiammata inflazionistica, mentre restano di attualità le tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti, a cui si è aggiunta anche l'Europa dopo l'indagine condotta dall'Unione Europea sui sussidi cinesi ai veicoli elettrici.

Infine, hanno pesato anche le pubblicazioni dei risultati del terzo trimestre, piuttosto contrastate, con le società che hanno pubblicato risultati sotto le attese fortemente penalizzate in Borsa.

A livello economico, il quadro resta piuttosto divergente, con l’Europa in una fase di debolezza ciclica e gli Stati Uniti in crescita. I segnali di debolezza nell'Eurozona  hanno indotto il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) a ridurre le previsioni di crescita al +0,7% nel 2023 e al +1,2% nel 2024. Al contrario, i segnali di miglioramento dell’economia statunitense suggeriscono un inizio di ripresa. 

 

Rendimenti obbligazionari elevati

In questo contesto, i rendimenti obbligazionari sono rimasti su livelli elevati, con il Treasury decennale americano che ha raggiunto addirittura il 5% di rendimento per la prima volta dal 2007, dopo il discorso del governatore della Federal Reserve, Jay Powell, sullo stato dell’economia. L'inflazione rallenta, ma resta sempre a un livello superiore rispetto al target delle banche centrali, che hanno quindi mantenuto invariati i livelli dei tassi.

Gli investitori hanno ormai adottato uno scenario di tassi più alti per un periodo più lungo di quanto inizialmente previsto.

A ottobre, l’indice DJ Eurostoxx dividendi reinvestiti ha perso il 3,34%. Solo i settori delle utilities e del consumo durevole hanno chiuso il mese in territorio positivo, approfittando del loro carattere difensivo e della convinzione largamente condivisa che i tassi abbiano toccato il livello più alto. Al contrario, il settore sanitario non ha tratto vantaggio da queste qualità difensive registrando un forte tonfo per effetto dei cali di pezzi da novanta del settore, come Sanofi (-20%) o Merck, sulla scia di risultati societari deludenti.

Anche i settori delle auto e dell’abbigliamento, dopo i primi risultati trimestrali, hanno pesato sulla performance degli indici.

 

Prepariamoci a ulteriore volatilità

Nelle prossime settimane i mercati azionari dovrebbero rimanere volatili. Il livello di valorizzazione che hanno raggiunto dopo il recente calo potrebbe consentire un rimbalzo ora che il messaggio delle banche centrali sembra indicare che sia stato toccato il punto più alto sui tassi. Tuttavia, il potenziale potrebbe essere limitato, sia perché le prime pubblicazioni di risultati societari tenderebbero verso un peggioramento globale della qualità dei risultati stessi, sia per la mancanza di visibilità sull'entità del rallentamento economico in Eurozona.

In questo contesto di bassa visibilità manteniamo un orientamento prudente e restiamo fedeli alla nostra strategia di diversificazione, continuando sempre a privilegiare le società che combinano la capacità di adeguare i prezzi, una buona visibilità sulle loro prospettive di crescita grazie a un'esposizione a temi pluriennali promettenti e una solida struttura finanziaria.

 

Il nostro Fondo ancora penalizzato a ottobre da performance small e mid cap

A Piazza Affari il Ftse Italia All Share NT ha perso l’1,94% nel corso del mese. Solo due settori hanno chiuso in positivo: quello delle utilities, che hanno approfittato del loro carattere difensivo e della convinzione che i banchieri centrali abbiano raggiunto il punto più alto con i rialzi dei tassi, e l’energia, dopo la pubblicazione di risultati leggermente superiori alle attese da parte del gruppo Eni, in un contesto di prezzi del petrolio elevati. 

Al contrario, i settori della tecnologia e delle telecomunicazioni hanno registrato i maggiori cali, penalizzati da un outlook prudente sull’attività per il quarto trimestre da parte di STM e da un’ennesima rimessa in discussione del piano di cessione delle attività di Telecom Italia.

Anche questo mese le società a piccola e media capitalizzazione hanno sofferto disinvestimenti consistenti a seguito dei riscatti registrati da un certo numero di fondi PIR. Questo segmento sta sottoperformando da circa un anno. A ottobre l’indice Star è sceso del 4,74%.

Il nostro Fondo AXA WF Italy Equity a ottobre ha subito ancora una volta una flessione più marcata rispetto al mercato, lasciando sul terreno il 2,92% per la Classe d’Azioni A EUR.1 Il Fondo ha sofferto per la sua sottoesposizione a Eni e Unicredit (che non ci piacciono per motivi strategici) ma anche per l'esposizione (visto il suo statuto di Fondo PIR) ai titoli small e mid cap, che continuano ad essere penalizzate nonostante valutazioni ormai estremamente basse e prospettive di crescita sempre reali per molte di queste società.

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