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Aggiornamento mercati

La Fed lascia invariati i tassi; la crescita economica rallenta nell'eurozona


Fatti salienti

La Federal Reserve (Fed) ha mantenuto i tassi di interesse al 4,25% - 4,50% nella riunione di luglio, sebbene i decisori politici fossero divisi, con due voti a favore di un taglio: è la prima volta in oltre 30 anni che due governatori hanno dissentito su una decisione relativa ai tassi. Il presidente della Fed Jerome Powell ha affermato che l'impatto dell'aumento dei dazi commerciali sta iniziando a manifestarsi, ma che i loro effetti complessivi “rimangono da vedere”. Nel frattempo, l'economia statunitense è cresciuta più rapidamente del previsto nel secondo trimestre (T2), registrando un'espansione del 3,0% dopo la contrazione dello 0,5% registrata nel primo trimestre (T1). La crescita è stata stimolata da un forte calo delle importazioni, dovuto all'aumento dei dazi doganali. 


Notizie dal mondo

Secondo una stima preliminare ufficiale, la crescita economica dell'eurozona ha subito un rallentamento dello 0,1% su base trimestrale nel secondo trimestre, in calo rispetto allo 0,6% del trimestre precedente. Ciononostante, la crescita è stata migliore rispetto all'espansione zero prevista dal mercato, anche se il dato del primo trimestre era stato gonfiato dall'anticipazione delle importazioni statunitensi in vista dell'introduzione dei dazi. Inoltre, l'inflazione annuale dell'eurozona è rimasta stabile al 2,0% a luglio, in linea con l'obiettivo della Banca centrale europea, nonostante i mercati avessero previsto un leggero calo. Anche l’inflazione core, che esclude energia, generi alimentari, alcolici e tabacco, è rimasta invariata al 2,3%.


Il numero sotto i riflettori: 3,0%

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha rivisto al rialzo le sue previsioni economiche globali, stimando una crescita del 3,0% nel 2025, che salirà al 3,1% nel 2026. Entrambi i dati sono inferiori al 3,3% dello scorso anno, ma in aumento rispetto alle proiezioni di aprile, rispettivamente del 2,8% e del 3,0%. Le previsioni riviste al rialzo riflettono il ridimensionamento da parte del governo statunitense di alcune delle precedenti misure tariffarie annunciate, un anticipo degli acquisti superiore alle attese in previsione dell'aumento dei dazi e un miglioramento delle condizioni finanziarie, compreso un indebolimento del dollaro statunitense. L'FMI ha tuttavia avvertito che i rischi sono orientati al ribasso a causa dell'attuale contesto commerciale, dell'elevata incertezza e delle tensioni geopolitiche. In particolare, alla fine della scorsa settimana, il presidente Donald Trump ha annunciato una serie di nuovi dazi doganali poche ore prima della scadenza del 1° agosto fissata per la conclusione degli accordi commerciali.


La parola della settimana

Il coefficiente di Gini: Sviluppato dallo statistico italiano Corrado Gini nel 1912 per misurare la disuguaglianza, è comunemente utilizzato per valutare la disparità di reddito di una nazione. Ha un coefficiente pari a zero che indica una perfetta uguaglianza e uno che indica una disuguaglianza assoluta. La Banca Mondiale fornisce una stima della disparità di reddito basata sul metodo Gini su una scala da 0 a 100. I dati più recenti indicano un valore pari a 41,8 per gli Stati Uniti, mentre i Paesi con un valore più elevato (maggiore disuguaglianza) includono il Sudafrica (63,0) e il Brasile (51,6). Tra i Paesi con valori più bassi (maggiore uguaglianza) figurano il Regno Unito (32,4) e la Francia (31,2). Si prevede che la legge fiscale e di spesa del governo statunitense accentuerà la disparità di reddito in tutto il Paese. 


Prossimamente

Martedì saranno pubblicati diversi indici compositi dei direttori agli acquisti, compresi dati relativi a eurozona, Stati Uniti, Cina e Giappone. La Banca del Giappone pubblica anche il verbale dell'ultima riunione di politica monetaria, in cui ha deciso di mantenere invariati i tassi a luglio. La Cina pubblica i dati relativi alle importazioni e alle esportazioni giovedì, giorno in cui la Banca d'Inghilterra si riunisce per decidere sui tassi di interesse: durante la riunione di giugno, i funzionari hanno votato per lasciare i tassi invariati al 4,25%. Venerdì il Canada comunicherà le ultime cifre della disoccupazione. 

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