Investment Institute
Demografia

Lavorare 4 giorni a settimana? In mezza Europa è già possibile

  • 13 Aprile 2023 (7 min di lettura)

Dalla pionieristica Islanda alla Spagna, dal Belgio all’Italia e soprattutto alla Gran Bretagna: in diversi Paesi si sta sperimentando la “Four Days Week”, la settimana lavorativa corta. Tra tanti vantaggi (anche per l’ambiente) e qualche perplessità

Nell’Ottocento in Europa le operaie tessili lavoravano circa 16 ore al giorno. In Italia con una legge del 1899 si scende a un massimo di 12 ore. Nel 1902 un accordo alla Fiat di Torino introduce le 10 ore. E dal 1923 un Regio decreto fissa le otto ore su sei giorni (48 ore settimanali). Ma è solo con i rinnovi contrattuali di fine anni Sessanta che l’orario settimanale scende a quota 40, con la conquista della settimana corta, quella in cui si lavora cinque giorni anziché sei, dal lunedì al venerdì. Oggi siamo arrivati alla nuova frontiera: la“settimana corta”, quella da quattro giorni.

 

La “Four Days Week” in Europa e nel mondo

Esperimento dopo esperimento, la “Four Days Week” sta diventando realtà in alcuni settori di Paesi europei e non, anche se a macchia di leopardo. Ha iniziato l’Islanda, una delle prime tra il 2015 e il 2019 a testare la settimana di quattro giorni per 35-36 ore di lavoro: i risultati sono stati buoni, con le imprese che hanno registrato una maggior produttività e l’86% dei dipendenti che ha scelto i quattro giorni all’insegna del “meno stress”. In Nuova Zelanda le sperimentazioni sono iniziate nel 2018, introdotte da società come Unilever e poi rilanciate dal Governo.

Ma è in Gran Bretagna che è stato condotto il test più corposo. Tra giugno e dicembre dell’anno scorso ben 61 imprese con quasi tremila dipendenti hanno sperimentato la “Four Days Week”: aziende di software, di recruitment, industrie, società no profit e di ristorazione. I risultati sono andati al di là di ogni aspettativa. Il 39% dei dipendenti ha dichiarato di aver ridotto lo stress, il 40% di dormire meglio e il 54% di aver migliorato l’equilibrio casa-lavoro. Il numero di giorni di malattia è crollato di due terzi, le dimissioni sono diminuite del 57%. Le aziende, da parte loro, hanno segnalato un incremento della produttività e della soddisfazione dei dipendenti. Delle 61 che avevano iniziato il test, 38 hanno esteso la sperimentazione della “settimana corta” e 18 hanno deciso di adottarla per sempre.

Anche la Spagna ha avviato un test triennale, nell’autunno del 2021, con l’obiettivo di ridurre a 32 ore su quattro giorni la settimana lavorativa. Diverse aziende spagnole comunque l’avevano già introdotta: da Delsol (software) a La Francachela (ristoranti), da Ephimera (eventi) a Microsoft (IT). L’anno scorso anche il Belgio ha introdotto la “settimana corta”, ma senza tagliare le ore: l’idea è concentrarle in quattro giorni, previo accordo tra datore di lavoro e dipendente, con un periodo di prova di sei mesi.

Infine, anche la Svezia, gli Stati Uniti e il Giappone stanno sperimentando l’adozione di questa formula lavorativa.

 

Il caso di Intesa San Paolo in Italia

Nel nostro Paese non esiste ancora una normativa sul tema, ma alcune aziende hanno volontariamente ridotto l’orario di lavoro (tra queste Team System, Mondelez International, PA Advice, Velvet Media, Awin Italia, Carter&Benson).

E di recente Intesa Sanpaolo, il maggiore gruppo bancario italiano, ha offerto ai suoi 74mila dipendenti la possibilità di concentrare il monte ore settimanale su quattro giorni anziché cinque e di estendere lo smartworking fino a 120 giorni l’anno. La nuova modalità lavorativa che Intesa Sanpaolo ha avviato in via sperimentale per i dipendenti che lavorano in Italia, “va incontro alle esigenze di conciliare gli equilibri di vita professionale e lavorativa delle proprie persone e dimostra attenzione al loro benessere”, ha comunicato la banca.

 

I vantaggi per benessere e ambiente

I benefici della “Four Days Week” sono innegabili. Al di là della miglior produttività e del benessere del dipendente, non vanno dimenticati quelli ambientali. Lavorare quattro giorni anziché cinque per i pendolari significa risparmiare chilometri e per le aziende utilizzare meno energia elettrica e riscaldamento. Uno studio condotto dal team di Juliet Schor, economista del Boston College e lead researcher del “Four Days Week Global” che ha condotto le sperimentazioni in Gran Bretagna e Stati Uniti, ha dimostrato che una diminuzione del 10% delle ore di lavoro si traduce in un abbattimento dell’8,6% delle emissioni di CO2.

 

I nodi organizzativi

Restano però alcuni dubbi. Digitale a parte, in alcuni settori tradizionali rimodellare l’intera organizzazione su quattro giorni non è sempre facile. I benefici per i lavoratori, poi, vanno valutati con attenzione, soprattutto per chi propone i quattro giorni ma senza riduzione dell’orario settimanale (è il caso del Belgio o di Intesa Sanpaolo). Come segnala l’Osservatorio del Politecnico di Milano, vanno anche considerati gli impatti sui processi operativi e sulla necessità di coordinamento tra chi lavora quattro e chi cinque giorni, sia all’interno che all’esterno dell’azienda.

Poi ci sono Paesi, come l’Italia, dove si lavora molto in termini di ore ma con un basso livello di produttività: secondo i dati Ocse, nella Penisola ogni lavoratore produce in media una ricchezza annuale in termini di Pil pari a 70.894 euro, contro i quasi 80mila della Germania e gli 86mila della Francia. Non solo. Negli ultimi vent’anni la produttività del lavoro in Italia è cresciuta di appena il 31%, contro il 50% della Francia, il 51% della Germania e il 55% della Spagna. Nel caso dell’Italia, quindi, l’introduzione della “settimana breve” andrebbe accompagnata a misure in grado di aumentare una produttività finora poco brillante.

 

Image

Fonte: Eurostat, dati 2020

Ti potrebbe interessare

Demografia

Fuga dalla città, ora la spinta è il costo della vita

  • A cura di AXA Investment Managers
  • 29 Gennaio 2024 (5 min di lettura)
Demografia

Come la tecnologia sta cambiando la vita dei senior

  • A cura di AXA Investment Managers
  • 30 Novembre 2023 (7 min di lettura)
Demografia

Mondo del lavoro: come attrarre le nuove generazioni?

  • A cura di AXA Investment Managers
  • 06 Novembre 2023 (5 min di lettura)

    Disclaimer

    Prima dell’investimento in qualsiasi fondo gestito o promosso da AXA Investment Managers o dalle società ad essa affiliate, si prega di consultare il Prospetto e il Documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (KID). Tali documenti, che descrivono anche i diritti degli investitori, possono essere consultati - per i fondi commercializzati in Italia - in qualsiasi momento, gratuitamente, sul sito internet www.axa-im.it e possono essere ottenuti gratuitamente, su richiesta, presso la sede di AXA Investment Managers. Il Prospetto è disponibile in lingua italiana e in lingua inglese. Il KID è disponibile nella lingua ufficiale locale del paese di distribuzione. Maggiori informazioni sulla politica dei reclami di AXA IM sono al seguente link: https://www.axa-im.it/avvertenze-legali/gestione-reclami. La sintesi dei diritti dell'investitore in inglese è disponibile sul sito web di AXA IM https://www.axa-im.com/important-information/summary-investor-rights.

    I contenuti pubblicati nel presente sito internet hanno finalità informativa e non vanno intesi come ricerca in materia di investimenti o analisi su strumenti finanziari ai sensi della Direttiva MiFID II (2014/65/UE), raccomandazione, offerta o sollecitazione all’acquisto, alla sottoscrizione o alla vendita di strumenti finanziari o alla partecipazione a strategie commerciali da parte di AXA Investment Managers o di società ad essa affiliate, né la raccomandazione di una specifica strategia d'investimento o una raccomandazione personalizzata all'acquisto o alla vendita di titoli. L’investimento in qualsiasi fondo gestito o promosso da AXA Investment Managers o dalle società ad essa affiliate è accettato soltanto se proveniente da investitori che siano in possesso dei requisiti richiesti ai sensi del prospetto informativo in vigore e della relativa documentazione di offerta.

    Il presente sito contiene informazioni parziali e le stime, le previsioni e i pareri qui espressi possono essere interpretati soggettivamente. Le informazioni fornite all’interno del presente sito non tengono conto degli obiettivi d’investimento individuali, della situazione finanziaria o di particolari bisogni del singolo utente. Qualsiasi opinione espressa nel presente sito internet non è una dichiarazione di fatto e non costituisce una consulenza di investimento. Le previsioni, le proiezioni o gli obiettivi sono solo indicativi e non sono garantiti in alcun modo. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il valore degli investimenti e il reddito da essi derivante possono variare, sia in aumento che in diminuzione, e gli investitori potrebbero non recuperare l’importo originariamente investito.

    Ancorché AXA Investment Managers impieghi ogni ragionevole sforzo per far sì che le informazioni contenute nel presente sito internet siano aggiornate ed accurate alla data di pubblicazione, non viene rilasciata alcuna garanzia in ordine all’accuratezza, affidabilità o completezza delle informazioni ivi fornite. AXA Investment Managers declina espressamente ogni responsabilità in ordine ad eventuali perdite derivanti, direttamente od indirettamente, dall’utilizzo, in qualsiasi forma e per qualsiasi finalità, delle informazioni e dei dati presenti sul sito.

    AXA Investment Managers non è responsabile dell’accuratezza dei contenuti di altri siti internet eventualmente collegati a questo sito. L’esistenza di un collegamento ad un altro sito non implica approvazione da parte di AXA Investment Managers delle informazioni ivi fornite. Il contenuto del presente sito, ivi inclusi i dati, le informazioni, i grafici, i documenti, le immagini, i loghi e il nome del dominio, è di proprietà esclusiva di AXA Investment Managers e, salvo diversa specificazione, è coperto da copyright e protetto da ogni altra regolamentazione inerente alla proprietà intellettuale. In nessun caso è consentita la copia, riproduzione o diffusione delle informazioni contenute nel presente sito.  

    AXA Investment Managers può decidere di porre fine alle disposizioni adottate per la commercializzazione dei suoi organismi di investimento collettivo in conformità a quanto previsto dall'articolo 93 bis della direttiva 2009/65/CE.

    AXA Investment Managers si riserva il diritto di aggiornare o rivedere il contenuto del presente sito internet senza preavviso.

    A cura di AXA IM Paris – Sede Secondaria Italiana, Corso di Porta Romana, 68 - 20122 - Milano, sito internet www.axa-im.it.

    © 2024 AXA Investment Managers. Tutti i diritti riservati.