L’inflazione dell’eurozona cala meno del previsto; le azioni globali toccano nuovi massimi
Fatti salienti
Stando a una stima flash ufficiale, l’inflazione annuale dell’eurozona è scesa meno del previsto, dal 2,8% di gennaio al 2,6% di febbraio. Gli economisti prevedevano che il dato complessivo diminuisse al 2,5%, mentre l’inflazione core, dalla quale sono esclusi energia, generi alimentari, alcolici e tabacco, si è rivelata anch’essa superiore alle attese, al 3,1% dal 3,3% del mese precedente. Le opinioni dei decisori politici della Banca centrale europea (BCE) sono state di recente discordanti: alcuni hanno espresso la preferenza per tagli anticipati dei tassi d’interesse, altri sono propensi ad attendere ulteriori conferme sul fronte della disinflazione. Riteniamo che la BCE aspetterà fino a giugno prima di iniziare ad allentare la politica.
Notizie dal mondo
Gli indici S&P 500, Nasdaq e il Nikkei giapponese hanno raggiunto nuovi massimi, sostenuti dallo slancio del settore tecnologico e dalle speranze che la Federal Reserve (Fed) inizi a tagliare i tassi d’interesse a giugno. Nel frattempo, la crescita economica statunitense nel quarto trimestre (T4) è stata rivista leggermente al ribasso al 3,2% rispetto a una stima iniziale del 3,3%. Tale cifra denota inoltre una flessione dal 4,9% del T3. La correzione è ascrivibile a minori investimenti privati nelle scorte. Altrove, l’aumento di esportazioni e spesa al consumo ha aiutato il PIL canadese a riprendersi nel T4, con un balzo dell’1,0% (su base annua) a fronte della contrazione rivista dello 0,5% nel T3.
Il numero sotto i riflettori: 9%
Lo scorso anno l’economia a zero emissioni nette del Regno Unito è cresciuta del 9%, mentre il PIL complessivo del Paese è salito di appena lo 0,1%. Secondo un nuovo rapporto dell’Energy & Climate Intelligence Unit (ECIU), le società di tale comparto, ossia attive in settori quali le energie rinnovabili, la finanza verde e l’industria manifatturiera, hanno contribuito all’economia per circa £ 74 miliardi, pari al 3,8% del PIL. Hanno inoltre rappresentato quasi il 3% dell’occupazione totale britannica. Tuttavia, l’ECIU ha precisato che, quando la concorrenza è agguerrita, la crescita non può essere data per scontata e ha messo in guardia contro eventuali inversioni di rotta a livello di politica.
La parola della settimana: Indice core-core
Indicatore dell’inflazione attentamente monitorato dalla Banca del Giappone, che non tiene conto dei prezzi di energia e alimenti freschi, un’alternativa all’inflazione core del Paese dalla quale sono esclusi soltanto i generi alimentari. L’inflazione core giapponese ha rallentato per la terza volta in altrettanti mesi, passando dal 2,3% di dicembre al 2,0% di gennaio, sulla scia di costi energetici più contenuti. Anche l’inflazione core-core è calata a gennaio al 3,5% dal 3,7% di dicembre. Lo scorso anno il tasso di natalità nipponico è scivolato a un minimo storico, facendo segnare l’ottavo anno consecutivo di declino. I tassi di natalità sono scesi del 5,1% nel 2023 rispetto al 2022 e, per arginare un’ulteriore riduzione, il governo sta valutando di ampliare l’assistenza all’infanzia e aumentare gli stipendi.
Prossimamente
Questa settimana è in programma il “Super martedì” negli Stati Uniti, con le primarie in 15 Stati, mentre il presidente della Fed Jerome Powell renderà mercoledì e giovedì la sua testimonianza semestrale al Congresso. Mercoledì il cancelliere britannico presenterà il Bilancio di primavera e la Banca del Canada deciderà sui tassi d’interesse. La BCE si riunirà giovedì per deliberare sulla politica monetaria; lo stesso giorno il presidente americano Joe Biden terrà il suo discorso sullo Stato dell’unione. Venerdì giungerà la terza stima sulla crescita del PIL per il T4 nell’eurozona e gli Stati Uniti pubblicheranno gli ultimi dati sul mercato del lavoro per il mese di febbraio.
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