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Quattro ragioni per cui il social investing spingerà la sostenibilità

  • 21 Ottobre 2022 (5 min di lettura)

Per effetto del cambiamento climatico, delle crescenti divisioni sul piano politico e delle diseguaglianze sul piano sociale, la componente ‘sociale’ degli investimenti ESG cattura sempre più attenzione. Attraverso le strategie di impact investing si affrontano numerosi temi e problemi – tra questi, la scuola, la casa e le infrastrutture, l'assistenza sanitaria e l’accesso ai servizi finanziari.

 

Nel campo degli investimenti ESG, orientati a temi sociali, ambientali e di governance, storicamente l'accento è stato posto in particolare sulla componente ambientale (la ‘E’ di ESG) – specialmente negli ultimi anni, con l’intensificarsi dell'attenzione all'emergenza climatica.

Oggi, però, l'elemento ‘sociale’ è sempre più al centro dell'attenzione – e offre crescenti opportunità. Le trasformazioni su scala globale determinate dal cambiamento climatico, dalle divisioni sempre più marcate sul piano politico e dal crescente divario di ricchezza tra la popolazione hanno accelerato questo trend. Nonostante i grandi passi avanti compiuti dall'umanità, le diseguaglianze sociali sono in aumento, così come i loro potenziali effetti sulle economie, sulle imprese e, in ultima analisi, sui portafogli d'investimento. Lo Human Development Index delle Nazioni Unite, che monitora diversi fattori come l'aspettativa di vita, l'istruzione e il reddito pro capite, nell’ultimo decennio ha riscontrato un peggioramento dei dati in nove paesi su dieci.

Secondo l'analisi dell'indice, tra le cause principali di questo arretramento ci sono  la pandemia di COVID-19, il conflitto russo-ucraino e il cambiamento climatico – e oggi, con il mondo intero in preda a un'inflazione galoppante, le diseguaglianze non fanno che accentuarsi.

Secondo le Nazioni Unite,  “la somma di questi fattori sta determinando una crisi del costo della vita percepita in tutto il mondo, che fa prospettare una fase di incertezza e destabilizzazione delle nostre vite”. Un contesto così difficile potrebbe presentare notevoli rischi per gli investitori, ma anche delle opportunità, se si riesce a dare una risposta efficace.

 

Rivolte sociali

Le diseguaglianze economiche hanno provocato una contrazione del reddito per il 99% della popolazione mondiale, facendo scivolare nella povertà più di 160 milioni di persone, stando ai dati di Oxfam International. Non deve quindi sorprenderci  che governi, imprese, consumatori e gruppi di investitori abbiano adottato una serie di misure per appianare le diseguaglianze sociali.

Le misure varate dai governi spaziano dall'aumento della spesa sanitaria a interventi di sostegno ai lavoratori – le imprese, nel frattempo, hanno migliorato l'offerta di benefit ai dipendenti e introdotto politiche sul lavoro più flessibili. I consumatori sono sempre più attenti alla qualità dei brand e alle loro credenziali sociali, così come ne valutano l'impronta di carbonio.

Abbiamo assistito a un'enorme crescita di nuovi prodotti con obiettivi di impatto sociale proposti dalle migliori società, con emissioni di social bond come mezzi di finanziamento di svariati progetti. Sempre più spesso gli investitori vogliono sapere in che modo il loro denaro sarà utilizzato per conseguire obiettivi sociali positivi, e tendono a investire in società che contribuiscono a favorire il progresso dell'umanità. Per noi, investire in ottica ‘sociale’ significa risolvere problemi, dare risposta a bisogni insoddisfatti, ma in modo da assicurare allo stesso tempo un ritorno vantaggioso per gli investitori responsabili.

Esaminiamo ora quattro temi principali oggetto delle nostre strategie di impact investing che perseguono obiettivi sociali:  scuola, casa e infrastrutture, assistenza sanitaria e servizi finanziari. La domanda può essere sostenuta da diversi fattori, tra cui l’ascesa della classe media nei mercati emergenti, mentre la democratizzazione della tecnologia ha consentito l'accesso a fasce di popolazione precedentemente sottoservite.

1) Scuola

L'istruzione potenzia la nostra capacità di sostentamento – e migliora la nostra aspettativa di vita. Per di più, contribuisce alla stabilizzazione sociale e stimola la crescita economica a lungo termine. Ciò nonostante, nel mondo circa 57 milioni di bambini in età scolare non frequentano la scuola, e il 60% dei bambini e degli adolescenti non raggiunge neppure un livello minimo di competenze matematiche e di lettura.

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Secondo il Global Education Monitoring Report, per raggiungere l'obiettivo di completamento universale del ciclo di istruzione secondaria entro il 2030, i paesi a reddito basso e medio-basso dovrebbero aumentare gradualmente la loro spesa pubblica annua, portandola dai 149 miliardi di dollari (del 2012) a 340 miliardi di dollari, un incremento pari al 6,3% del loro prodotto interno lordo (PIL). Annualmente risulta che, dei 4,7 trilioni di dollari di spesa annua globale per la formazione scolastica, solo lo 0,5% va ai paesi a basso reddito, mentre il 65% riguarda nazioni con reddito elevato, nonostante il numero di bambini in età scolare sia lo stesso.

La sfida rispetto alla scolarizzazione è duplice – in primo luogo, estendere l'accesso e includere tutti, vecchi e giovani, in modo equo e continuativo. Secondariamente, sviluppare metodi di apprendimento efficaci e di qualità. Per questo crediamo nei nuovi player emergenti, soprattutto nel campo delle tecnologie didattiche, che offrono agli studenti soluzioni a basso costo per un apprendimento più efficace e personalizzato.

Alcune imprese stanno cercando di sfruttare questo tema. La piattaforma di supporto didattico online Chegg, che si pone come obiettivo l'offerta di servizi accessibili, conta 5,3 milioni di sottoscrittori; un altro esempio è quello di IDP Education – società presente in oltre 50 paesi che supporta gli studenti di lingua nei mercati emergenti, consentendo loro di accedere a diverse università nel mondo.

2) Casa e infrastrutture

L’obiettivo di assicurare infrastrutture e alloggi decorosi per tutti resta una grande sfida. Oggi la metà del pianeta – circa 3,5 miliardi di persone– vive in città, ma si prevede che il livello di urbanizzazione salirà a cinque miliardi di persone entro il 2030, per arrivare, nel 2070, con il 70% della popolazione concentrata in insediamenti urbani.

Questo contesto di rapida urbanizzazione mette sempre più sotto pressione le riserve di acqua dolce, i sistemi fognari, la qualità dell'ambiente e la salute pubblica. Oggi circa 828 milioni di persone abitano in baraccopoli, per lo più concentrate nell'Asia orientale e sud-orientale.

Si stima che la necessità annua mondiale complessiva di investimenti infrastrutturali ammonti a circa 3,9 trilioni di dollari.[xi]

Le principali sfide, ma crediamo anche le opportunità, si trovano nei mercati emergenti. La Asian Development Bank (ADB) calcola che, affinché l'Asia mantenga il suo attuale tasso di crescita economica, eliminando la povertà e affrontando con successo il cambiamento climatico, sarà necessario investire circa 1,7 trilioni di dollari l'anno in infrastrutture in tutta la regione di qui al 2030.

In particolare, nel 2022, i paesi del G7 si sono impegnati a raccogliere 600 miliardi di dollari di fondi per finanziare progetti infrastrutturali in paesi a medio-basso reddito. La Partnership for Global Infrastructure and Investment attingerà a fondi pubblici e privati per cinque anni, cercando di affrontare la questione del cambiamento climatico, di migliorare lo stato di salute nel mondo, costruendo infrastrutture digitali e promuovendo l'uguaglianza. Ma i problemi legati alla casa e alle infrastrutture non riguardano solo i mercati in via di sviluppo. Negli Stati Uniti il costo di una casa mobile è circa il doppio di due anni di salario medio, mentre una casa tradizionale costa circa sette volte tanto.1

Numerose aziende operano già con buoni risultati nel settore degli alloggi a prezzi accessibili. Tra queste figurano il gruppo statunitense Sun Communities, che sviluppa alloggi di qualità a basso costo nelle aree del Sud e del Midwest, e la tedesca TAG Immobilien, che opera nel segmento degli alloggi in locazione a canone contenuto.

3) Assistenza sanitaria

Ai fini di uno sviluppo sostenibile è essenziale la presenza di una popolazione in salute. Il COVID-19 ha evidenziato con prepotenza che, senza un'assistenza sanitaria di qualità e un servizio di prevenzione, mettiamo a rischio non solo la nostra salute, ma anche la nostra prosperità economica futura. Secondo l'OCSE, la spesa sanitaria pubblica nei paesi sviluppati dovrebbe raggiungere quasi il 9% del PIL entro il 2030, e fino al 14% entro il 2060.

Pertanto non sorprende che una delle maggiori priorità per i governi - e per i cittadini - di tutto il mondo sia di migliorare l'accesso a un'assistenza medica di qualità, con costi sociali limitati, specialmente a fronte dell'invecchiamento demografico a livello planetario.

Fortunatamente, molte aziende sembrano offrire soluzioni in costante evoluzione in risposta alle sfide sanitarie del pianeta. Per esempio, l'azienda biotecnologica Regeneron sviluppa e produce farmaci per pazienti affetti da condizioni serie, come patologie oculari degenerative che possono portare alla cecità, ma anche per malattie infettive e altre patologie rare.

Passando ad altri settori, la multinazionale Croda, che opera nel campo delle life sciences e nel segmento consumer care, con sedi operative in 39 paesi, offre soluzioni chiave come prodotti chimici speciali e sistemi per la somministrazione dei farmaci destinati all'industria sanitaria.

Inoltre, i passi avanti compiuti negli ultimi decenni in termini di progressi tecnologici consentono di immaginare una medicina più accessibile, più efficace, e persino più personalizzata.

Questo tipo di contesto ha contribuito al cosiddetto fenomeno della telesanità – in cui la gestione e la distribuzione delle informazioni sanitarie e dei relativi servizi avviene in modalità elettronica. Ci sembra che questi servizi virtuali possano contribuire a dare sollievo a sistemi di assistenza sanitaria congestionati, riducendo il costo dei servizi e migliorando la medicina preventiva, grazie alle minori barriere di accesso. Secondo McKinsey, il ricorso alla telemedicina è cresciuto di ben 38 volte rispetto ai livelli pre-pandemici.

4) Inclusione finanziaria e digitale

La diseguaglianza digitale rappresenta ancora un pesante ostacolo. Un rapporto delle Nazioni Unite del 2022 denuncia il crescente divario di connettività tra quella che definisce la popolazione ‘iperconnessa’ e i ‘disagiati digitali’ – con oltre un terzo della popolazione mondiale totalmente offline.

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La mancanza di accesso a Internet può avere gravi implicazioni per la scolarizzazione, per trovare lavoro, per accedere all'assistenza sanitaria, per avviare attività imprenditoriali e non solo – può frenare la crescita economica e approfondire le diseguaglianze sociali e globali.

Dal Global Connectivity Report 2022 delle Nazioni Unite emerge che 2,9 miliardi di persone non hanno accesso a Internet, e centinaia di milioni hanno accesso a un servizio di connessione costoso e di bassa qualità.

Inoltre, circa 1,7 miliardi di adulti non hanno un conto in banca, il che implica che, con ogni probabilità, non hanno modo di mettere da parte qualche risparmio in sicurezza o di accedere al credito in caso di necessità.

Per inclusione finanziaria si intende la possibilità di accesso, da parte di cittadini e imprese, a prodotti e servizi finanziari utili e a prezzi abbordabili, rispondenti alle loro necessità – transazioni, pagamenti, risparmio, credito e assicurazione – erogati in modo responsabile e sostenibile. Secondo il World Economic Forum, per dare accesso a Internet alla maggioranza delle persone entro i prossimi cinque anni sono necessari 2,1 trilioni di dollari di investimenti.

Il problema riguarda essenzialmente l'accesso alla tecnologia e alle infrastrutture necessarie alla connettività. Se il costo degli smartphone e dei dispositivi digitali si sta abbassando in termini reali, in alcune economie in via di sviluppo l'accesso a Internet costa ancora molto. La compagnia di telecomunicazioni Helios Towers, basata nel Regno Unito, cerca di affrontare la questione attraverso la realizzazione e la gestione di ripetitori nei paesi africani, mettendo preziosi servizi voce e dati a disposizione di privati e aziende in aree prive di un'infrastruttura di linea fissa, o con un'infrastruttura carente.

 

Sostenibilità sociale

In conclusione, riteniamo essenziale investire in società che diano risposte alle necessità di popolazioni sottoservite; per noi l'impatto sociale positivo è un filtro grazie al quale riusciamo a selezionare società potenzialmente in grado di generare buone performance finanziarie a lungo termine. Esistono numerose opportunità d'investimento in società che riteniamo dotate di un forte potenziale di crescita in quanto si occupano di bisogni sociali insoddisfatti in ambito di istruzione, casa e infrastrutture, assistenza sanitaria e servizi finanziari.

L'impact investing con obiettivi sociali non rappresenta per noi solo un'opportunità d’investimento che assicuri una crescita proficua e sostenibile, ma anche una reale opportunità di investimento nella nostra società e per le generazioni future.

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