Cala l’inflazione nell’eurozona; la Fed attende ulteriori dati prima di prendere una decisione sui tassi
Fatti salienti
A marzo l’inflazione dell’eurozona è scesa inaspettatamente al 2,4% dal 2,6% di febbraio, avvalorando l’ipotesi di un taglio dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale europea (BCE). I generi alimentari, l’energia e i beni industriali hanno trainato al ribasso il dato generale; anche l’inflazione core, dalla quale sono esclusi gli alimenti, l’energia, gli alcolici e il tabacco, è diminuita dal 3,1% al 2,9%. Inoltre, guardando all’indice dei direttori agli acquisti (PMI) composito, l’attività economica dell’eurozona è tornata a crescere a marzo per la prima volta in 10 mesi. Il PMI è infatti aumentato dal 49,2 di febbraio a 50,3 (una cifra superiore a 50 denota un’espansione), poiché la più solida attività dei servizi ha compensato la contrazione nel settore manifatturiero.
Notizie dal mondo
Durante un discorso, il presidente della Federal Reserve (Fed) Jerome Powell ha dichiarato che sono necessari ulteriori dati prima di tagliare i tassi d’interesse statunitensi. Ha inoltre precisato che è ancora troppo presto per stabilire se le recenti statistiche sull’inflazione, superiori alle attese, rappresentino “qualcosa di più di un evento estemporaneo”. Nel frattempo, l’attività economica americana è rimasta in territorio espansivo a marzo, con il PMI composito a 52,1, in lieve flessione rispetto al 52,5 di febbraio. Altrove, un’indagine della Banca del Giappone (BoJ) ha mostrato che nel primo trimestre l’ottimismo nel settore dei servizi è salito a un massimo da 33 anni, grazie all’incremento del turismo e ai profitti legati ai prezzi più alti, alimentando le speculazioni secondo cui la BoJ potrebbe innalzare nuovamente i tassi d’interesse quest’anno.
Il numero sotto i riflettori: 6,0%
Nei prossimi due anni l’Asia meridionale è destinata a restare l’economia regionale in più rapida ascesa su scala globale, trainata dall’India. Lo prevede la Banca mondiale, che stima un’espansione del 6,0% per la regione nel 2024 e del 6,1% nel 2025. Stando all’istituzione, anche l’area dell’Asia orientale e del Pacifico cresce a un ritmo superiore al resto del mondo, ma più lento rispetto a prima della pandemia. La Banca mondiale si aspetta in tale regione un rallentamento dal 5,1% dello scorso anno al 4,5% nel 2024 e ha affermato che, nonostante gli effetti positivi derivanti dalla ripresa del commercio globale e dalle condizioni finanziarie più favorevoli, “il maggiore protezionismo e l’incertezza a livello di politica freneranno la crescita”.
La parola della settimana: Inflation Reduction Act (Legge sulla riduzione dell’inflazione)
Introdotta negli Stati Uniti nel 2022, la legge Inflation Reduction Act (IRA) mira a promuovere gli investimenti nelle energie pulite, ridurre i costi sanitari e aumentare il gettito fiscale. Dovrebbe inoltre stimolare la crescita e l’innovazione, aiutando il settore privato e gli investitori a decarbonizzare i settori con elevate emissioni. Secondo la società di ricerca Clean Investment Monitor, negli Stati Uniti si sono registrati $ 239 miliardi di nuovi investimenti per la produzione e lo sviluppo di energie pulite, veicoli green, elettrificazione degli edifici e tecnologie per la gestione del carbonio nel 2023, in ascesa del 38% rispetto al 2022. Nel quarto trimestre del 2023 è stata raggiunta la cifra record di $ 67 miliardi, un rialzo del 40% in confronto allo stesso periodo del 2022.
Prossimamente
Mercoledì giungeranno i più recenti dati sull’inflazione statunitense e il verbale dell’ultima riunione della Fed. Lo stesso giorno la Banca del Canada fisserà i tassi d’interesse. Giovedì la BCE terrà la propria riunione di politica monetaria e la Cina svelerà l’inflazione di marzo. Venerdì è in programma il PIL britannico di febbraio.
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