Investment Institute
La Versione di Iggo

Vi presento AXA IM Investment Institute

  • 10 Giugno 2022 (7 min di lettura)

È un onore e un enorme privilegio per me ricevere l’incarico di presiedere il nuovo AXA Investment Managers Investment Institute. La piattaforma contribuirà al nostro lavoro di ricerca e discussione autorevole sulle tematiche macroeconomiche, sulle asset class, sulla sostenibilità e sulle tendenze future. L’obiettivo è di aiutare i nostri team di investimento a ottenere una performance sostenibile nel lungo periodo, affiancare i clienti nel processo decisionale e dare il nostro contributo al fine della comprensione delle problematiche e delle sfide che l’industria del risparmio gestito si trova ad affrontare. Sono entusiasta di essere al timone di questa nuova iniziativa e di collaborare con professionisti della ricerca e degli investimenti d’eccellenza.

 

C’è tanto da fare

Stanno accadendo molte cose nel mondo che dobbiamo cercare di comprendere, oltre a definirne le possibili implicazioni per la collettività. A livello macroeconomico, l’economia globale è ancora alle prese con le strozzature dell’offerta, che hanno portato alla carenza di merci e di manodopera, e con un’inflazione sui livelli più alti di un’intera generazione. Le aziende devono sostenere costi più elevati mentre i margini di utile si riducono, nonché affrontare le carenze di personale e tempi di consegna più lunghi per molti prodotti. La reazione politica è stata eterogenea. Le banche centrali devono alzare i tassi poiché la principale preoccupazione, in questo momento, è quella di controllare l’inflazione. Ma sono fuori esercizio, considerato che dalla crisi finanziaria globale hanno dovuto lottare contro la percezione di deflazione. C’è pertanto tensione a livello delle banche centrali, che non sempre concordano sulle tempistiche o sulla portata delle correzioni da apportare ai tassi di interesse, e dei mercati finanziari. Nel frattempo c’è il rischio che l’inflazione salga in modo permanente, non al 9% ma plausibilmente tra il 3% e il 4%. Il ruolo dei mercati finanziari è di giungere a prezzi che riflettano il profilo di rischio e rendimento previsto. La complessità dei fattori da prendere in considerazione in tale processo è enorme e tiene impegnati analisti, economisti e altri osservatori del mercato. Quando consumano le informazioni, gli economisti parlano di “rumore” e di “segnali”, e in questo momento i rumori sono in genere più forti dei segnali. Grazie a un’analisi e una ricerca mirata è possibile fare chiarezza, e io spero che il nuovo istituto possa offrire valore aggiunto in tale ambito.

 

Diversi gradi d’incertezza

I tassi di interesse sono sempre al cuore dell’analisi finanziaria, e in questo momento i tassi stanno salendo. Ciò determina diversi gradi d’incertezza. Il primo riguarda la portata dei rialzi dei tassi. È un elemento importante, perché i tassi di interesse servono per attualizzare i flussi di cassa futuri e quindi per attribuire un valore agli strumenti finanziari in questo momento. I mercati cercano di prevedere il tasso terminale, ma ciò può avvenire solo sulla base di ipotesi e probabilità. Non è una scienza esatta. Il secondo livello d’incertezza riguarda i flussi di cassa futuri. Quando si acquista un’obbligazione a tasso fisso è abbastanza semplice perché sappiamo l’entità delle cedole. Un rialzo dei tassi significa che i flussi di cassa futuri valgono di meno, per cui i prezzi delle obbligazioni scendono. Per i mercati azionari è più complesso, dato che gli utili aziendali in futuro dipendono molto dalla crescita economica. Tale incertezza comporta anche un premio per il rischio più elevato per compensare il rischio di rendimenti più bassi. Per questo i mercati sono nervosi. Le banche centrali discutono apertamente dei rialzi dei tassi, e tale processo continuerà ancora per un po’. Un rialzo dei tassi significa che aumenta il flusso di cassa speso per il servizio del debito esistente, per cui si può spendere meno per consumi e investimenti. Non tutti i debitori riusciranno a ottemperare ai pagamenti, un rischio che è stato evidenziato da una ricerca di Deutsche Bank. Recentemente ho scritto che i mercati obbligazionari offrono qualche opportunità tattica di incrementare l’esposizione, tuttavia, c’è ancora il rischio di un ulteriore calo dei prezzi a fronte di un potenziale rialzo dei tassi di interesse.

 

La BCE alza i tassi

La Banca Centrale Europea sembra sempre più intenzionata ad alzare i tassi, e ciò ha sollevato qualche preoccupazione per la sostenibilità fiscale in Europa. Pertanto questa settimana i prezzi dei titoli di Stato italiani sono scesi in modo sproporzionato. Il mercato è abituato alle politiche della BCE a sostegno dei Paesi che hanno una situazione patrimoniale più debole allo scopo di contenere il rischio di frammentazione finanziaria nell’Eurozona. Ora che tale politica sta cambiando, la conclusione è che il rischio dovrebbe risalire. Naturalmente, la BCE dispone di meccanismi per reagire (come il put di Draghi) ma nel breve termine, il rischio sovrano in Europa deve tener conto di una crescita più debole, un’inflazione più alta e un costo del denaro più elevato, in un contesto in cui non si vuole tranquillizzare i mercati con un ritorno all’austerity. In questo momento l’inflazione è più alta dei tassi di interesse per cui il valore reale del debito scenderà, ma con il rialzo dei tassi l’inflazione e la crescita rallenteranno e la sostenibilità del debito tornerà a essere un problema. Il rendimento degli investimenti in Europa risentirà di tali rischi.

 

Le sfide ESG

Come se il rialzo dei tassi non bastasse, si parla anche della fine della globalizzazione, di una spaccatura nel panorama geopolitico globale e della destabilizzazione del mercato dell’energia. La prima ricerca di rilievo dell’Investment Institute, scritta dai colleghi David Page e Oliver Eugène, valuta gli effetti dell’invasione russa in Ucraina e le ripercussioni per il mercato dell’energia globale. Una considerazione importante riguarda le emissioni di anidride carbonica che sono nuovamente in aumento. Per gli investitori che adottano strategie di investimento sostenibile, il settore dell’energia rappresenta una sfida importante. Praticamente, una posizione sottopesata nell’energia ha generato nel 2022 una performance inferiore agli indici del mercato. Aspetto più importante, le strategie per la neutralità climatica devono valutare le possibili evoluzioni del mercato dell’energia, tra l’altro ci si è resi conto che le società tradizionali del settore gas e petrolio dovranno assumere un ruolo importante per lo sviluppo delle nuove fonti di energia più pulita.

 

Sotto i riflettori

L’Investment Institute terrà gli occhi puntati sulla sostenibilità. La scarsità dell’acqua, la necessità di preservare la biodiversità e il modo in cui la riduzione delle emissioni interagisce con tali tematiche sono argomenti che tratteremo spesso. Ho partecipato di recente a una conferenza dove si è discusso parecchio della silvicoltura come categoria di investimento. La domanda è alta, il che è un bene dato che il mondo ha bisogno di più alberi per contenere il livello di CO2 nell’atmosfera. D’altra parte, gli acquisti avvengono spesso per compensare le emissioni di carbonio; ciò significa che si abbattono meno alberi per ottenere legname, per cui il prezzo del legname sale, e scarseggia come materiale da costruzione. Inoltre, le monocolture di alberi non sono un bene per la biodiversità.

 

Responsabilità aziendale e sociale

Presteremo inoltre maggiore attenzione alle tematiche sociali e in che misura incidono sul valore dell’impresa. Si tratta di trovare aziende che stanno riconsiderando le modalità di gestione della forza lavoro, non solo per centrare gli obiettivi di diversità e di inclusione, ma anche per ottenere valore attraverso la formazione, la flessibilità del luogo di lavoro, l’impegno attivo concreto del dipendente e l’allineamento con i piani di sostenibilità. Uno degli obiettivi degli investimenti ESG sarà quello di identificare, in fase di definizione dei piani di sostenibilità, in che modo il management dell’azienda li concretizza per favorire uno sviluppo positivo. Solo così sarà possibile allineare i fattori ESG con rendimenti migliori. Per esempio, una cosa è disporre di piani net zero accreditati dall’iniziativa SBT sui target basati sulla scienza. Altra cosa invece è attuare tali piani in modo da migliorare anche l’utile di bilancio e consentire alle aziende di operare cambiamenti a livello del business model non solo per avvicinarsi all’obiettivo di neutralità climatica ma anche per creare nuove fonti di ricavo.

Un futuro più roseo Quest’anno sarà difficile, ma il futuro può essere migliore. La tecnologia in costante evoluzione può favorire la transizione. La partecipazione al lavoro può aumentare ancora poiché il rientro al lavoro appare più allettante, e se i governi riconoscessero che consentire al mercato di far rientrare le persone al lavoro è preferibile ai tentativi nazionalistici di “tutelare il posto (dei propri connazionali)” attraverso politiche commerciali protezionistiche e politiche sull’immigrazione ottuse. Per essere ottimisti, pensiamo a cosa potremmo ottenere se centrassimo il processo di transizione energetica. L’energia solare ed eolica possono sostituire petrolio, gas e carbone. Le competenze ci sono, si sta già facendo. L’impegno però dev’essere maggiore, il prezzo del carbonio deve salire e la spesa per infrastrutture deve aumentare molto. Alla fine avremo un sistema dell’energia globale più pulito e più democratico e, speriamo, anche un sistema politico in cui il controllo delle risorse energetiche non viene usato come un’arma per ragioni politiche di stampo medievale.

Le forze del mercato - Gli investitori non possono controllare i mercati né i rendimenti che ottengono. Partiamo però dal presupposto che buona parte delle problematiche dell’economia globale venga affrontata. Il costo potrebbe essere un rendimento scarso e una recessione, e la risposta dovrebbe essere un approccio difensivo nei portafogli d’investimento finché le valutazioni non saranno naturalmente molto più interessanti. Ci stiamo arrivando e tra un anno o due l’inflazione sarà più bassa, i tassi avranno smesso di salire e gli investimenti aziendali consentiranno nuovamente una robusta crescita degli utili. L’AXA IM Investment Institute cercherà di dare il suo contributo in questa fase impegnativa. Vi invito a visitare il sito AXA IM Investment Institute.

 

 

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