Cosa cambierà sul lavoro nei prossimi cinque anni
La digitalizzazione ha cambiato radicalmente il nostro modo di lavorare. Ma non finisce qui. L’utilizzo sempre più diffuso di Intelligenza Artificiale (IA) porterà cambiamenti nel modo di lavorare delle imprese. A dire il vero l’IA sta già automatizzando mansioni ripetitive e manuali oltre ad essere usata per la creazione di contenuti e come interfaccia digitale nel servizio ai clienti. Secondo PwC è la più grande opportunità di business del prossimo decennio.
Toglierà posti di lavoro? Secondo molti esperti probabilmente sì, tuttavia se ne creeranno altri. E le imprese dovranno fare molta formazione con i loro dipendenti, oltre a cercare lavoratori con delle skill specifiche.
Automazione di mansioni manuali e ripetitive
Quali vantaggi porterà l’adozione dell’IA nelle aziende? Molti dirigenti d’impresa sono convinti che l’automazione, per esempio, permetterà maggiore efficienza e un gran risparmio di tempo. Per anni negli uffici molti lavoratori sono stati impiegati (e lo sono tuttora) per esaminare documenti ed estrarne informazioni, magari in grande quantità. Ora è possibile sostituire questa mansione con un software di IA che in una manciata di secondi è in grado di estrarre informazioni da una gran quantità di documenti. Conseguentemente, il lavoratore viene liberato da questa mansione ripetitiva e il suo tempo può essere impiegato in maniera più efficiente.
Anche in mansioni come l’organizzazione dell’agenda, la gestione di email e messaggi, la scrittura di testi e la creazione di presentazioni il lavoratore sarà assistito da robot tipo Alexa. In pratica delle segretarie personali sotto forma di bit, che faranno risparmiare un sacco di tempo aumentando non poco la produttività degli umani. Ai quali viene richiesta collaborazione con questi software o robot.
Nuove abilità cercasi
Abilità come “problem solving” e “pattern recognition”, oltre alla creatività, saranno molto più ricercate dalle imprese che assumono. Secondo gli esperti di Auticon, fornitore di consulenza per il business su come creare e migliorare i propri team e i processi inclusivi della neurodiversità, la natura meticolosa del lavoro sull’IA si allinea bene con l’approccio orientato al dettaglio, quindi saranno molto ricercate le abilità cognitive tipiche delle persone autistiche, che hanno la tendenza a iperfocalizzarsi su quello che maggiormente li interessa.
L’adozione dell’IA da parte delle imprese dovrebbe rappresentare una enorme spinta alla crescita e questo significa che si creeranno nuovi lavori, altri spariranno completamente, oppure verrà cambiato il modo in cui sono attualmente svolti.
Circa le “skill” indispensabili per il futuro si è espressa anche McKinsey, in un famoso report in cui elenca tre grandi gruppi. Il primo è rappresentato dalle abilità cognitive, che spaziano dal pensiero critico alla capacità di analisi. Poi c’è l’area delle skill socioemozionali: empatia, capacità di comunicare, flessibilità e soprattutto una predisposizione all’apprendimento continuo indispensabile in un mondo che cambia alla velocità della luce. Infine abbiamo l’area delle competenze tecnologiche, dall’informatica all’analisi dei big data. La richiesta delle imprese di profili con abilità cognitive superiori come il pensiero critico, il problem solving, la creatività, l’active learning e il decision making crescerà a doppia cifra nei prossimi anni, anche perché si tratta di competenze non facilmente replicabili dall’intelligenza artificiale.
Addio scrivania
Il lavoro da remoto, reso possibile dal potenziamento della tecnologia, ha già da alcuni anni cambiato la funzione dell’ufficio. Questo cambiamento è destinato a consolidarsi sempre più in futuro. Molte aziende hanno abbandonato il concetto dell’ufficio come luogo dove si entra alle 9 e si esce alle 6 e dove ognuno ha la sua postazione ed è sempre quella. L’ufficio continua a servire come luogo d’incontro, adatto per la collaborazione e la socializzazione, per imparare e per generare idee. Ma si dovrà continuare ad adattarsi al modello di lavoro ibrido, parte in ufficio e parte da remoto.
Nei prossimi anni il concetto di scrivania diventerà sempre più obsoleto e sarà drasticamente ripensato, sostituito da un continuo brainstorming all’incessante ricerca di innovazione attraverso la condivisione continua di idee e progetti.
Uno studio di CBRE e Genesis prevede che la tradizionale organizzazione dell’ufficio verrà sostituita da un’organizzazione più agile, fatta di piccoli team globali, collegati da remoto.
Si potrà lavorare da dove si vuole: dai salottini aziendali, dal bar, dalle postazioni disponibili o dalla zona relax della palestra. Le gerarchie diventeranno più orizzontali, basate sul concetto di condivisione e di responsabilità perché, come spiega lo studio, “il mondo del lavoro prospererà grazie a piccoli gruppi, non a dittatori”.
Wellness e brainstorming
Quel che resta del tradizionale ufficio sarà costruito intorno al concetto di wellness: immerso nel verde, con aree relax, stanze dove riposare, cibo sano, musica. Un posto, insomma, in cui vale la pena fare un salto anche se si può lavorare da casa. Verrà dato enorme spazio alla condivisione di idee e progetti, grazie a processi di brainstorming inediti in grado di generare innovazione.
Sulla stessa lunghezza d’onda un’analisi di Gartner aggiunge come il rapporto di lavoro diventerà sempre più data driven: la tecnologia offre infatti l’opportunità di monitorare non solo la mera produttività ma anche il coinvolgimento del dipendente, il suo benessere e persino i bioritmi, suggerendo se necessario modifiche dell’organizzazione e dell’alimentazione. Anche perché nel mondo liquido del futuro lavoreremo sempre più seguendo le nostre passioni e i nostri ideali, non solo per soldi (che comunque restano un fattore importante).
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