Investment Institute
La Versione di Iggo

Sette volte

  • 31 Gennaio 2022 (7 min di lettura)

Quest’anno la Federal Reserve avrà sette occasioni per alzare i tassi di interesse, se consideriamo che il momento più opportuno per prendere una decisione del genere sia durante gli incontri ufficiali. Sarebbero più rialzi di quanto attualmente previsto dal mercato, che comporterebbero un ciclo di stretta più rapido di quello del 2015-2018. Come ha detto il Presidente Powell, ci troviamo in una fase dell’economia assai diversa da quel periodo. I tassi reali a breve sono entrati in territorio positivo nel 2018. Per ottenere lo stesso risultato dovremmo attenderci rialzi oltre il 3,0% da parte della Fed? Forse è un po’ esagerato, ma le dichiarazioni della banca centrale americana ci fanno pensare che potrebbe esserci di più rispetto a quanto viene scontato oggi.

A ogni incontro?

Probabilmente la cosa migliore in questa fase è di partire dalla previsione (ma non è una stima) che la Federal Reserve alzi i tassi di interesse di 25 punti base (p.b.) in occasione di ciascun incontro dell’anno. I prossimi due incontri sono fissati per il 16 marzo e il 4 maggio; prima di quelle date il mercato avrà a disposizione i dati sull’inflazione per febbraio e marzo. Dato che ci aspettiamo che l’inflazione su base annua resti molto alta, la Fed avrebbe ogni ragione per alzare i tassi di interesse in entrambe le occasioni. Prima dell’incontro seguente del 15 giugno avremo anche i dati di aprile e maggio. A quel punto, l’aspettativa è che l’inflazione su base annua avrà incominciato a scendere per gli effetti di base e un allentamento delle pressioni sull’offerta e sui prezzi dell’energia. La banca centrale americana potrebbe sospendere i rialzi se i dati andassero nella direzione giusta, oppure continuerebbe coi rialzi dei tassi nel caso in cui le pressioni inflazionistiche fossero ancora molto evidenti. Per quel momento il tasso di disoccupazione potrebbe avvicinarsi al minimo pre-pandemia del 3,5%, per cui la Fed avrebbe un ulteriore motivo di alzare i tassi. Per gli incontri dell’FOMC di settembre e novembre sapremo in che modo i mercati e le economie avranno risposto agli aumenti dei tassi di interesse a breve. Il tasso sui fed fund a quel punto potrebbe essere già dell’1,25%. Tuttavia, in termini reali, sarebbe molto negativo considerata la nostra previsione che l’inflazione nel 2023 sarà, mediamente, di poco inferiore al 3%. Dunque è possibile che ci siano altri 2 o 3 rialzi dei tassi prima di fine anno. Prepariamoci al peggio poiché ciò di cui stiamo parlando non sarebbe poi una situazione così terribile (tenendo conto del punto da cui siamo partiti alla vigilia della pandemia). Un rialzo a ogni incontro significherebbe il 2,0% entro fine anno, con prospettive assai diverse per il 2023 quando si toccherebbe il picco del ciclo dei rialzi.

Dollaro al rialzo

Dopo l’incontro dell’FOMC della settimana scorsa e le successive dichiarazioni del Presidente Powell, il mercato ha quasi scontato lo scenario che abbiamo appena descritto. Gli yield dei titoli del Tesoro a 2 anni oggi scambiano all’1,2%, ovvero 100 p.b. in più del livello medio del 2021. La previsione di un’ulteriore stretta da parte della Federal Reserve ha fatto appiattire la curva dei rendimenti, lo spread per le obbligazioni a 10 e 2 anni è sceso allo 0,62%, una flessione di circa 100 p.b. rispetto al livello massimo dello scorso anno. Per gli investitori orientati al reddito con un’esposizione in dollari USA, il segmento a breve termine della curva oggi appare interessante, soprattutto rispetto al reddito fisso europeo, dove lo yield dei Bund tedeschi a 2 anni è ancora negativo per 60 p.b. Non sorprende dunque la forza del dollaro, verso un cambio con l’euro a breve termine inferiore a 1,10.  

Curva più piatta, yield più alti

L’appiattimento della curva è tipico di un ciclo di rialzo dei tassi. Quando ci stavamo avvicinando al picco del ciclo dei tassi alla fine del 2018, la curva negli Stati Uniti ha continuato ad appiattirsi anche a fronte del rialzo degli yield sui Treasury decennali. La strategia core per gli investitori obbligazionari è di sovrappesare maggiormente la duration short finché non ci sia la certezza che la Fed abbia completato i rialzi dei tassi e, per gli investitori più sofisticati, di abbinarla a una posizione sull’appiattimento della curva in un portafoglio obbligazionario full maturity. Mentre il mercato è sempre più propenso a prevedere un rialzo a ogni incontro dell’FOMC, ciò non significa necessariamente che abbia tutto sotto controllo. Sarebbe veramente insolito che il mercato riuscisse a scontare l’intero ciclo di stretta ancor prima del primo rialzo dei tassi. C’è il potenziale di rialzo degli yield lungo la curva.

Ritmo e portata

La grande incognita sulla forma futura della curva dei rendimenti e sul livello dei tassi di interesse a più lungo termine è la situazione patrimoniale della banca centrale. La Fed sta riducendo gli acquisti mensili di titoli del Tesoro e di organismi governativi, e Powell ha dichiarato che inizierà a ridimensionare la portata della situazione patrimoniale della banca più avanti quest’anno. Tuttavia, mancano i dettagli su tempistiche, durata e portata di tali interventi. In ogni caso, a un certo punto, sia il flusso di titoli che la quantità di obbligazioni detenute dalla Fed entreranno in territorio negativo. 

Premi per il rischio più alti?

È un aspetto estremamente importante. I premi per il rischio in tutte le asset class sono scesi durante il Quantitative Easing poiché l’attività della banca centrale sostanzialmente ha ridotto il rischio di un rialzo dei tassi e fornito abbondante liquidità. Il ribilanciamento di portafoglio ha beneficiato gli strumenti più esposti al rischio, facendo scendere i premi per il rischio azionario e di credito ex-ante. C’è chi la definisce repressione finanziaria. In futuro, accadrà il contrario? I premi per il rischio saliranno nel momento in cui l’offerta di strumenti risk free aumenterà più della norma (ovvero coi governi che emettono obbligazioni per coprire deficit e rifinanziamenti)? Concettualmente, non possiamo fare a meno di pensare che ciò farebbe salire i premi per il rischio, con un premio a termine più alto nei mercati dei tassi, spread di credito più ampi e un maggior rischio di insolvenza nel credito, oltre a multipli PE più bassi per le azioni.

Ma...

Vanno però fatte delle puntualizzazioni in merito a tale prospettiva ultra-ribassista. La prima è che la riduzione della situazione patrimoniale è un’opzione per la banca centrale. La Federal Reserve, e altre banche centrali, hanno il pieno controllo sulla rapidità e sulla portata con cui intendono ridimensionare la propria situazione patrimoniale. Se rilevano fattori esterni sfavorevoli, possono cambiare orientamento. Secondo, le tempistiche non sono chiare; il ridimensionamento potrebbe avvenire in modo estremamente graduale. La terza considerazione da fare è che, per avere un forte effetto sugli yield, dev’essere globale. Tutte le principali banche centrali hanno puntato sul Quantitative Easing in diverse fasi dal 2009, compreso durante la pandemia. L’acquisto in massa di obbligazioni da parte delle banche centrali ha fatto scendere gli yield ovunque. Dovranno dunque operare tutte una stretta quantitativa nello stesso momento per generare un incremento permanente e generalizzato degli yield. La BCE e la Banca del Giappone studieranno quello che farà la Fed. Nel complesso, se il ridimensionamento di bilancio avverrà nei prossimi cinque anni circa, gli yield probabilmente saranno più alti, ma il percorso in questo momento appare molto incerto.

La volatilità crea opportunità

L’aspetto su cui concentrarsi nell’immediato è la correzione delle valutazioni in atto nei mercati. La volatilità sembra avere la capacità di differenziare le opinioni degli osservatori del mercato: c’è chi sostiene che sia il momento di acquistare, altri sono più ribassisti a fronte dei cali a doppia cifra registrati dagli indici azionari. Qualcuno dice che gli interventi della Federal Reserve sono eccessivi e ci porteranno verso la recessione. Altri invece credono che occorra fare di più per compensare l’inflazione provocata dai massicci stimoli fiscali e monetari, a cui si sono sommate le carenze sul fronte dell’offerta globale. Il consiglio migliore è di prendere le distanze da quest’isteria (ma continuate a leggermi naturalmente), e pensare ai propri obiettivi di investimento. Se la conservazione del capitale è importante, allora dovrebbero aiutare la liquidità e gli strumenti a breve scadenza, azioni di qualità e a bassa volatilità, oltre al mercato immobiliare. Per cogliere le opportunità di crescita si possono valutare i mercati emergenti e fino a che punto le valutazioni dei titoli growth possono salire.  L’aspetto positivo del rialzo degli yield sono yield più alti. Possiamo tornare a dare importanza alle aspettative di reddito in fase di pianificazione dell’asset allocation.

Trasmissione

Gli investitori hanno perso molti soldi finora nel 2022. Ma noi sappiamo perché. La banca centrale americana sta facendo quello che dovrebbe fare, risponde all’inflazione che è ben oltre il target. L’inflazione resterà altissima forse temporaneamente, comunque si attesterà ben oltre il 2%. La Fed sa di non poter cambiare le dinamiche dell’offerta, tuttavia può influenzare le decisioni di credito attraverso il costo dei finanziamenti. La banca centrale cesserà di intervenire quando sarà certa della trasmissione della politica monetaria. Finora il processo di trasmissione sta funzionando: c’è una contrazione delle condizioni finanziarie dovuta all’aumento del costo del denaro, dal calo dei prezzi degli asset e del rafforzamento del cambio. Un rialzo a ogni incontro di quest’anno sarà tosto, tuttavia, più l’orientamento della Fed si riflette nelle condizioni finanziarie, più rapidamente si concluderà il ciclo di stretta.

Ti potrebbe interessare

La Versione di Iggo

Boom boom pow

  • A cura di Chris Iggo
  • 12 Aprile 2024 (7 min di lettura)
La Versione di Iggo

Glittering prize

  • A cura di Chris Iggo
  • 22 Marzo 2024 (5 min di lettura)
La Versione di Iggo

Don’t give up on us baby!

  • A cura di Chris Iggo
  • 15 Marzo 2024 (7 min di lettura)

    Disclaimer

    Prima dell’investimento in qualsiasi fondo gestito o promosso da AXA Investment Managers o dalle società ad essa affiliate, si prega di consultare il Prospetto e il Documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (KID). Tali documenti, che descrivono anche i diritti degli investitori, possono essere consultati - per i fondi commercializzati in Italia - in qualsiasi momento, gratuitamente, sul sito internet www.axa-im.it e possono essere ottenuti gratuitamente, su richiesta, presso la sede di AXA Investment Managers. Il Prospetto è disponibile in lingua italiana e in lingua inglese. Il KID è disponibile nella lingua ufficiale locale del paese di distribuzione. Maggiori informazioni sulla politica dei reclami di AXA IM sono al seguente link: https://www.axa-im.it/avvertenze-legali/gestione-reclami. La sintesi dei diritti dell'investitore in inglese è disponibile sul sito web di AXA IM https://www.axa-im.com/important-information/summary-investor-rights.

    I contenuti pubblicati nel presente sito internet hanno finalità informativa e non vanno intesi come ricerca in materia di investimenti o analisi su strumenti finanziari ai sensi della Direttiva MiFID II (2014/65/UE), raccomandazione, offerta o sollecitazione all’acquisto, alla sottoscrizione o alla vendita di strumenti finanziari o alla partecipazione a strategie commerciali da parte di AXA Investment Managers o di società ad essa affiliate, né la raccomandazione di una specifica strategia d'investimento o una raccomandazione personalizzata all'acquisto o alla vendita di titoli. L’investimento in qualsiasi fondo gestito o promosso da AXA Investment Managers o dalle società ad essa affiliate è accettato soltanto se proveniente da investitori che siano in possesso dei requisiti richiesti ai sensi del prospetto informativo in vigore e della relativa documentazione di offerta.

    Il presente sito contiene informazioni parziali e le stime, le previsioni e i pareri qui espressi possono essere interpretati soggettivamente. Le informazioni fornite all’interno del presente sito non tengono conto degli obiettivi d’investimento individuali, della situazione finanziaria o di particolari bisogni del singolo utente. Qualsiasi opinione espressa nel presente sito internet non è una dichiarazione di fatto e non costituisce una consulenza di investimento. Le previsioni, le proiezioni o gli obiettivi sono solo indicativi e non sono garantiti in alcun modo. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il valore degli investimenti e il reddito da essi derivante possono variare, sia in aumento che in diminuzione, e gli investitori potrebbero non recuperare l’importo originariamente investito.

    Ancorché AXA Investment Managers impieghi ogni ragionevole sforzo per far sì che le informazioni contenute nel presente sito internet siano aggiornate ed accurate alla data di pubblicazione, non viene rilasciata alcuna garanzia in ordine all’accuratezza, affidabilità o completezza delle informazioni ivi fornite. AXA Investment Managers declina espressamente ogni responsabilità in ordine ad eventuali perdite derivanti, direttamente od indirettamente, dall’utilizzo, in qualsiasi forma e per qualsiasi finalità, delle informazioni e dei dati presenti sul sito.

    AXA Investment Managers non è responsabile dell’accuratezza dei contenuti di altri siti internet eventualmente collegati a questo sito. L’esistenza di un collegamento ad un altro sito non implica approvazione da parte di AXA Investment Managers delle informazioni ivi fornite. Il contenuto del presente sito, ivi inclusi i dati, le informazioni, i grafici, i documenti, le immagini, i loghi e il nome del dominio, è di proprietà esclusiva di AXA Investment Managers e, salvo diversa specificazione, è coperto da copyright e protetto da ogni altra regolamentazione inerente alla proprietà intellettuale. In nessun caso è consentita la copia, riproduzione o diffusione delle informazioni contenute nel presente sito.  

    AXA Investment Managers può decidere di porre fine alle disposizioni adottate per la commercializzazione dei suoi organismi di investimento collettivo in conformità a quanto previsto dall'articolo 93 bis della direttiva 2009/65/CE.

    AXA Investment Managers si riserva il diritto di aggiornare o rivedere il contenuto del presente sito internet senza preavviso.

    A cura di AXA IM Paris – Sede Secondaria Italiana, Corso di Porta Romana, 68 - 20122 - Milano, sito internet www.axa-im.it.

    © 2024 AXA Investment Managers. Tutti i diritti riservati.